Se pensiamo ai piloti dominanti ci viene subito in mente Hamilton (il quale ha quasi monopolizzato l’era dell’ibrido), Michael Schumacher (che con i suoi 7 titoli ha segnato un’epoca), Senna (che non ha bisogno di presentazioni) e pochi altri. Ma poche volte si pensa a James Clark Junior, meglio conosciuto come Jim Clark.
Il pilota britannico passò tutta la sua carriera (dal 1960 al 1968) in forza alla Lotus capitanata da Colin Chapman. Fu proprio Chapman che dopo averlo visto correre con le vetture sport lo avvicinò al mondo delle monoposto. Prima di approdare nella massima categoria partecipò ben a 106 gare vincendone 49. Partecipò anche alla 24h di Le Mans arrivando in decima posizione.
Sostieni F1ingenerale e naviga senza pubblicità.
In F1 Clark riuscì ad imporre il suo dominio a suon di vittorie. Riuscì a vincere due volte il titolo iridato nonostante la sua avventura cominciò con uno spaventoso incidente. Nel corso del GP d’Italia 1960, alla parabolica, entrò in collisione con Wolfgang von Trips. La Ferrari del tedesco uscì di pista causando la morte del pilota e di 14 spettatori. Dopo la gara fu presa la decisione di non utilizzare più il famoso anello della parabolica, ritenuto troppo pericoloso.
Negli anni Clark prese sempre più confidenza con le vetture e nel ’63 vinse sette gare su dieci. Arrivò a podio altre due volte e chiuse (con l’ottavo posto) solo una gara di tutto il mondiale fuori dalle prime tre posizioni. Grazie ad una stagione dominata Clark diede alla Lotus il primo mondiale piloti e costruttori. Nello stesso anno partecipò anche alla 500 Miglia di Indianapolis arrivando secondo.
–
Dopo aver sfiorato nuovamente il titolo l’anno successivo Clark riuscì a ripetere l’impresa nel ’65 quando vinse ben 6 gare laureandosi campione del mondo tre mesi prima della fine della stagione. Nello stesso anno portò a casa anche una storica vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis (sempre a bordo di una Lotus) diventando l’unico pilota in grado di vincere il mondiale di F1 e la 500 Miglia nello stesso anno.
La caratteristica principale di Clark era proprio la sua determinazione nel dominare le gare. Per ben 8 volte in carriera riuscì ad ottenere la pole, la vittoria rimanendo sempre in testa ed il giro veloce della gara. La sua strategia era infatti basata nello spingere ogni vettura al limite fin dal primo giro della gara, come testimoniano i 28 giri veloci conquistati nella massima serie.
Clark, da buon pilota che si rispetti, prese parte a vari campionati durante la sua carriera. Oltre ai due mondiali di F1 e alla vittoria ad Indianapolis vinse per ben tre volte il campionato di Formula Tasman. Nel ’68 dopo aver vinto il primo appuntamento stagionale in F1 Clark ebbe un incidente fatale durante una gara di F2.
Jimmy ci lasciò alla tenera età di 32 anni con all’attivo (solo in F1) 72 gare, di cui 25 vittorie e ben 33 pole position. Nonostante la prematura scomparsa il pilota scozzese verrà sempre ricordato come un pilota completo che riuscì a raggiungere a livello professionale quella che può definirsi la perfezione.
“Sgommare e andare a tutta birra per me è la cosa più naturale che ci sia; non c’è niente che mi renda più felice.”
Jim Clark.