Charles Leclerc è un cavallo di razza che non ha necessità di mostrarsi subito, poiché è visibile ad occhio nudo il suo talento.
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Il giovane monegasco nelle categorie minori ha letteralmente dominato, lasciando le briciole agli avversari.
Il salto però in Formula 1 non è così semplice da fare e alcune grandi promesse non sono riuscite a farlo. Leclerc ha esordito quest’anno nella categoria maggiore con il binomio Alfa Romeo Sauber.
Sicuramente il monegasco ha sofferto molto la pressione, poiché era ben conscio che tutti volessero vedere di che pasta fosse fatto. Nelle prime gare ha pagato l’inesperienza della nuova categoria e delle nuove procedure che si devono fare sui volanti.
Errori ne ha commesso, ma Leclerc è stato sempre determinato a comprendere gli sbagli fatti e ripartire. Ad inizio stagione prendeva la paga da Ericsson, uno che ancora si chiede il motivo per cui sia ancora in Formula 1.
Molti commentatori, ma non solo, iniziarono leggermente a storcere il naso su Leclerc, come se avessero la pretesa che vincesse la sua prima gara d’esordio. Come ho detto all’inizio, un cavallo di razza non deve subito mostrarsi, bisogna solo aspettare i tempi giusti.
Per il monegasco sembra che questi tempi siano molto brevi, perché è da due gare consecutive che passa in Q2 e porta la monoposto a punti (sesto posto a Baku e decimo posto in Spagna), dando ora lui la paga allo svedese.
Confrontando gli onboard di Leclerc del weekend di Spagna e di inizio stagione a Melbourne, a Montmelò si è visto un pilota che faceva meno correzioni e aveva una guida pulitissima, come se non stesse portando la sua monoposto a 300 km/h.
Ricordiamoci che Leclerc ha solo vent’anni e sta già facendo tremare i top driver, perché sa di poter lottare con loro un domani.
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Il monegasco fa parte, da due anni, del programma giovani Ferrari e sin dalla scorsa stagione si pensa che Leclerc sarà il futuro erede di Raikkonen.
È quasi certo che tali voci siano giunte a Leclerc, ma al momento sembra uno scenario alquanto improbabile. Il team di Maranello non prende un pilota sotto i 25 anni da anni e non credo che farà differenze col monegasco.
Il compito del giovane talento Sauber è dimostrare attraverso i risultati di essere un pilota diverso, che ha la stoffa del campione.
Foto: Sauber, Motorbox, Sauber