Abu Dhabi, ecco perché il debutto delle auto autonome non è stato un flop

La gara tra auto autonome di Abu Dhabi è stata accolta tra le risate dei tifosi sui social. Merita davvero questo trattamento?

Ad Abu Dhabi si è tenuta la prima gara della stagione tra auto completamente autonome: le università di tutto il mondo si sono sfidate sul tracciato arabo ma i risultati non sono stati dei migliori. Non tutto è da buttare però: scavando più a fondo nell’evento, si scoprono retroscena ben più ampi delle vetture finite a muro o dei sorpassi mal riusciti.

Auto Autonome Abu Dhabi
Il sorpasso che è valso la vittoria al TUM di Monaco

A2RL: cos’è e quali vetture utilizza

Acronimo di Abu Dhabi Autonomous Racing League, la A2RL aspira a diventare il riferimento mondiale delle corse autonome. Oltre alle auto da corsa, faranno parte della categoria anche eventi tra droni e dune buggies. Restando però in tema racing, la A2RL è una competizione che vede come protagoniste le università di tutto il mondo.

Utilizzando delle vetture su base Super Formula giapponese, prodotte da Dallara, i team di ricerca si sfideranno in pista con monoposto completamente autonome. Ogni squadra dovrà infatti pensare il proprio algoritmo per rendere la macchina in grado di gareggiare esattamente come farebbe un pilota. Giri di pista, interazione con l’ambiente circostante e addirittura sorpassi. Il tutto con un montepremi da capogiro.

Il debutto di Abu Dhabi

L’evento principale del weekend a Yas Marina è stato senza dubbi la gara testa a testa tra le varie vetture. Le disavventure per le auto sono però iniziate già nel corso delle prove. Vengono in mente numerosi bloccaggi, spesso al posteriore, che hanno comportato non pochi spin alle vetture di ogni team. Non sono mancati neanche gli incidenti: auto che sterzano troppo presto rispetto alla curva, o peggio ancora la monoposto del TUM di Monaco che tampona la vettura del PoliMove di Milano.

TUM Monaco PoliMove Polimi Milano A2RL
Il tamponamento del TUM di Monaco ai danni del PoliMove di Milano ha ricordato ai tifosi l’incidente tra Ricciardo e Verstappen a Baku 2018.

Venendo alla gara, che comprendeva quattro team, le prime fasi sono state piuttosto lente, con le vetture in fase di studio del tracciato. Questo è passato tutt’altro che inosservato agli appassionati di tutto il mondo. Il colpo di grazia alla reputazione della gara è arrivato però quando la vettura del Politecnico di Milano, in quel momento in testa, ha perso il controllo a causa di un bloccaggio e non è riuscita a ripartire.

Alla ripartenza della gara, l’università di Modena e Reggio Emilia sembrava la candidata numero 1 per la vittoria. All’ultimo giro però la vettura si pianta in curva 5, cedendo la leadership al TUM di Monaco che vince l’evento. Insomma, una vera e propria gara ad eliminazione, che ha causato non poche reazioni sui social media.

La gara è stata un flop?

Beh, se si guarda all’evento in termini di spettacolo, l’unica risposta possibile è. Ma è proprio questo il problema. Sebbene la A2RL stessa si propone di intrattenere i fan, è evidente che la tecnologia non sia ancora pronta. Ma se fosse sbagliato il punto di vista?

L’obiettivo numero 1 della competizione è infatti quello di sviluppare sistemi che un giorno saranno sulle auto di tutti i giorni. Quale mezzo migliore per farlo se non le corse? È successo con la Formula E, nata per sviluppare tecnologie stradali usando le corse come laboratorio, succede analogamente ora con la guida autonoma. E no, l’IA non sostituirà le corse tra piloti.


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Il fattore umano è proprio quello che regala al mondo racing il suo fascino e non potrà mai essere sostituito da un algoritmo. È però giusto celebrare i giovani studenti che si sono messi in gioco in una sfida che definire “Challenging” è riduttivo. Ad un occhio esterno la gara sarà anche sembrata un disastro, ma i passi avanti che questa introdurrà saranno giganteschi.

Non resta che attendere i prossimi eventi che, anche grazie alla comprensione delle vetture, sapranno offrire uno spettacolo migliore ai fan di tutto il mondo, che si spera sapranno apprezzare il vero significato di questa competizione superando le apparenze.

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