Nel weekend DTM del Norisring a Norimberga, F1inGenerale ha intervistato in esclusiva Florian Kamelger, team principal di R-Motorsport Aston Martin.
Siamo quasi a metà stagione. È possibile già fare un bilancio?
Un bilancio su chi vincerà questo campionato tra Audi e BMW o in generale? Credo che questo weekend abbia dimostrato il potenziale che abbiamo se siamo chiamati a reagire a delle condizioni sfavorevoli. D’altra parte ha però mostrato dove effettivamente siamo. Dobbiamo essere realisti e non possiamo essere contenti di finire a punti se gli altri riescono a fare ciò che vogliono. Sicuramente la prestazione di gara 1 è stata notevole per tutto il team, con 3 macchine a punti su 4 e dobbiamo prendere questa prestazione come spunto per il prossimo weekend.
Crede che la prossima stagione sia possibile vedere in pista sei vetture Aston Martin?
La cosa più importante è che dobbiamo ottimizzare tutto il pacchetto prima di poter pensare di schierare sei vetture. È certamente possibile, è un obiettivo che ci proponiamo ma non una grande priorità per il momento. DTM Aston Martin
Secondo Lei, perché il DTM è un campionato così competitivo?
Perché ci sono grandi competitori, grandi costruttori alle spalle con un’esperienza maturata nel corso degli anni. Le vetture sono assemblate con parti molto simili che vengono omologate e i piloti hanno un’elevata competitività a tutti i livelli. Tutto questo rende il DTM un campionato interessante con 18 vetture in griglia racchiuse in poco più di un secondo.
Lo scorso mese Aston Martin ha avuto il permesso da parte di ITR e degli altri team di poter effettuare un test privato a Vallelunga. Può essere il turning point della vostra stagione?
Più che un turning point lo definirei come una possibilità di cui avevamo bisogno e che ci ha aiutato a capire in due giorni molto riguardo la nostra vettura per poter migliorare alcune cose e capire in che direzione stiamo andando. Sicuramente è difficile che un test cambi la stagione ma può gettare delle buone basi per il prossimo anno.
I motori a combustione interna sono il DNA del DTM. Tuttavia in altre categorie del motorsport si stanno affermando le tecnologie ibride. Crede che sia questo il futuro anche per il DTM?
Credo che aziende che lavorano nel motorsport creano qualcosa che sia utile per il futuro. Avendo detto ciò credo che il motorsport debba rappresentare qualcosa che sia sviluppato per le vetture stradali. Io sarei d’accordo all’introduzione di tecnologie ibride ma a patto che non siano già su strada. Questo sarebbe un’attrattiva sia per nuovi costruttori che per nuovi partner.
Seguici anche su Instagram: @F1inGenerale.