Il GT Open è giunto nel vivo di questo attesissimo finale di stagione a Monza: in Gara 1, con un quarto posto e una gara ben gestita, Giacomo Altoè ed Albert Costa hanno portato a casa un titolo Squadre sudato fin dal primo round stagionale. Vediamo come i due neo campioni si sono raccontati alle nostre inviate dopo una vittoria così importante.
Prima di tutto, congratulazioni per questo titolo freschissimo. Raccontateci la vostra gara e un po’ della vostra stagione.
AC: “Sono molto contento del risultato finale perché già due anni fa in questa stessa categoria ho perso il campionato all’ultima gara a causa di un incidente. Quando sono partito quest’anno ero ben motivato. Sapevo che la macchina andava e che avevo un compagno di squadra forte, quindi cosa poteva esserci di meglio? Abbiamo iniziato il campionato molto bene vincendo al Paul Ricard e da quel momento era chiaro quale fosse l’obiettivo. Tutti questi lati positivi mi hanno dato molta fiducia durante tutta la stagione, oltre a tanta tranquillità. Abbiamo fatto anche degli errori, ma con i weekend positivi che abbiamo avuto – come a Silverstone – non siamo mai stati troppo preoccupati di vedere il potenziale titolo andarsene. La Lamborghini e il team Emil Frey hanno fatto un lavoro incredibile e anche quando eravamo persi siamo riusciti a recuperare insieme. Oggi abbiamo fatto una pole straordinaria, sapevamo che in gara saremmo partiti bene e così è stato. Per fortuna non abbiamo avuto safety car né altri intoppi e alla fine – nonostante 25 secondi di penalità per un contatto – l’abbiamo portata a casa bene. Per Giacomo è stato facile perché doveva solo fare un sorpasso [ride, ndr], anche se per farlo ci ha fatto aspettare venti minuti!” GT Open costa altoè
Data la vostra differenza di età – 10 anni – quali sono, se esistono, i pro e i contro di un rapporto simile?
Entrambi: “Ci sono solo pro. Veniamo entrambi dallo stesso mondo quindi capirsi è facile. Siamo come fratelli, abbiamo lo stesso modo di vedere le cose e ci capiamo guardandoci. Questa è una cosa molto importante che non si trova molto spesso in un rapporto tra compagni di squadra; appena abbiamo finito i test prestagionali ho chiamato la mia famiglia per dire che avevo trovato un compagno davvero forte. Giacomo impara sempre, ascolta ogni volta quello che dico e – nonostante io per motivi di età abbia più esperienza – lui insegna tanto a me. Mi mette sotto pressione e mi spinge a migliorarmi. Ci tiriamo a vicenda e questo è il bello del nostro rapporto.” GT Open costa altoè
Passiamo più nello specifico alle vetture. Come pensate che sia stato gestito il BoP in questa stagione, anche calcolando il grande numero di customer team che prendono parte a questo campionato?
GA: “Noi siamo sempre stati in una buona posizione, diciamo mediamente una “sufficienza”. All’inizio, nelle prime gare, vedevamo che la Mercedes andava molto veloce e non riuscivamo a prenderla, soprattutto in qualifica il distacco cresceva molto. Da lì ci siamo tutti impegnati per migliorare la macchina, abbiamo studiato i settaggi migliori e lavorato bene durante tutta la stagione. Verso la fine la McLaren ha avuto uno spunto in più: andavano davvero forte di motore ed erano difficili da prendere, però nel complesso noi abbiamo davvero lavorato bene anche se a volte il BoP non ci ha aiutato troppo”.
Una domanda per Albert: passiamo al Blancpain. Hai corso l’ultima gara della stagione in casa, a Barcellona. Che emozioni hai provato nel vincere?
AC: “Sono stato chiamato all’ultimo minuto, quello doveva essere un weekend di riposo! Pochissimo tempo dopo mi hanno mandato subito in pista e in macchina. Per me è stato un sogno guidare la macchina più forte con dei compagni di squadra altrettanto forti, Mapelli e Caldarelli. Io non avevo mai guidato con le gomme Pirelli, avevo molto da imparare, in questo mi hanno aiutato. Il capo mi ha detto di essere stato molto contento del mio lavoro, ho recuperato in gara con una bella partenza dopo le qualifiche. Vincere è stato bellissimo, non mi aspettavo nemmeno di correre! Vincere a casa il campionato più importante al mondo del GT è stato davvero fantastico.”
Giacomo, veniamo a te: ci siamo recentemente dedicati a un’analisi della situazione del vivaio piloti italiano. Negli ultimi anni, sulla scena internazionale ci sono pochi nomi (come il tuo) in grado di raggiungere il successo. Dove risiede il problema? La mancanza sta nelle risorse umane o sono altre risorse a mancare?
GC: Ti ringrazio dei complimenti! Secondo me, il punto è che tanti giovani piloti italiani puntano esclusivamente alle Formule. Io non sono mai voluto andare in quella direzione, ci ho corso una sola stagione perché a 15 anni non potevo fare diversamente. Mi sono concetrato subito sul GT, che è dove volevo arrivare. In Formula serve un budget enorme per correre, e serve un programma serio alle spalle per progredire. Ogni singola stagione ha costi molto elevati, quindi bisogna anche trovarsi nel team giusto. Ci sono una serie di condizioni che portano al successo in quell’ambito, condizioni in cui i piloti italiani, ultimamente, non si sono trovati. Io penso di aver fatto la scelta migliore, sta andando meglio delle mie più rosee aspettative, faccio del mio meglio. Per il futuro, rimango anche l’anno prossimo in Lamborghini, e sto valutando le opzioni a mia disposizione per il campionato in cui correre.”
Perché il vivaio piloti italiano sta morendo, e cosa può salvarlo