In occasione della tappa italiana dell’International GT Open, le nostre inviate Aurora e Martina hanno avuto occasione di parlare con Luca Filippi, talento italiano impegnato nel TCR Europe, ma con un lungo passato in IndyCar. Il pilota ci ha confidato le sue perplessita (ma anche le sue positive convinzioni) riguardo all’utilizzo del nuovissimo Aeroscreen nella categoria americana, appena testato e pronto a essere implementato dal 2020. Quali sono i suoi punti di forza, quali le sue debolezze? Scopriamolo insieme. IndyCar Aeroscreen
Luca, pensi che la scelta dell’Aeroscreen come nuovo dispositivo di sicurezza frontale sia stata la migliore? In cosa altre alternative sarebbero state più efficaci?
“Francamente mi piacerebbe molto provare una IndyCar con l’Aeroscreen. Sono molto curioso di sapere come hanno risolto il problema della rifrazione. Si tratta pur sempre di uno schermo con una certa angolazione, c’è da capire come siano riusciti a non avere alcun tipo di distorsione della visuale. Sulle Formula c’è spesso un piccolo vetrino di plastica dritto nella tua linea visiva, e spesso nel suo punto di curvatura a me dava fastidio e insistevo per farlo smussare un po’.” Indycar Aeroscreen
“Rimane il fatto che dietro l’Aeroscreen c’è grande tecnologia, ma c’è anche il problema dell’eventuale olio in pista o dei marbles. L’unico modo di pulirlo è rientrare ai box, ma il tempo è poco. I pit stop in Indy sono sicuramente più lunghi di quelli della F1, però non così lunghi da permettere una pulizia impeccabile. Si pensi alla 500 miglia, se l’Aeroscreen si macchia al primo stint si fa fatica. In GT utilizzano pellicole alle strap off dei caschi, forse quella potrebbe essere una soluzione.”
Un’altra critica sollevata rispetto al design della soluzione offerta da Red Bull Advanced Technologies è relativa alla visibilità laterale, limitata dai montanti. Ritieni che abbia un fondamento?
“In realtà secondo me il concetto di visibilità laterale sulle Formula è molto diverso da come lo pensa chi lo vive ‘da fuori’. Fra cinture, HANS e abitacolo la rotazione massima non va oltre i 30°, né l’Halo né l’Aeroscreen finiscono per limitarla ulteriormente. Una cosa è certa, negli ovali è peggio l’Halo dell’Aeroscreen.”
“Risulta difficile da spiegare, però dipende tutto dal banking. All’inizio del banking, guardando il resto della curva, si guarda solo in alto a sinistra. La visuale è diversa da quella di un circuito tradizionale, non è laterale. Si nota anche solo percorrendo con l’automobile il banking di Monza. L’Halo, in questo caso, avendo dei volumi maggiori, non è la soluzione ideale. L’Aeroscreen potrebbe decisamente essere meglio.”
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