Uomo, pilota, imprenditore, fondatore del marchio più famoso al mondo. Da soldato nella Grande Guerra a Icona del Motorsport. A distanza di trentun anni dalla sua morte, ripercorriamo le tappe più importanti della vita del “Drake”. Enzo Ferrari Anniversario Morte
Tutto ebbe inizio
Enzo Ferrari nacque il 18 febbraio del 1898 a Modena, e la passione per le auto non si fece attendere molto. Dopo la chiamata alle armi nel 1917, anno durissimo per un Italia che dovette affrontare le insidie più profonde di una Grande Guerra che dava le sue ultime battute, provò a farsi assumere alla FIAT, ma con scarsi risultati dovette rinunciare all’impiego torinese. Enzo Ferrari Anniversario Morte
Poco tempo dopo, il buon Enzo ebbe la fortuna di far parte di un azienda che trasformava autocarri bellici in coupé di lusso. Per assicurare la loro qualità, il ventenne Modenese si occupava di collaudarli facendo crescere così le sue doti di guida.
Alfa Romeo e Ferrari sono due nomi che spesso capita di trovare vicini. Proprio col marchio del Biscione, Ferrari debuttò nelle corse nelle quali riscosse decreto successo. Nel 1932 apparve per la prima volta su una delle sue auto il simbolo del cavallino rampante. Il disegno appartenuto in precedenza dall’aviatore caduto nel Conflitto del “15-18” Francesco Baracca e donato a Ferrari dalla madre del giovane pilota d’aerei.
La nascita della Ferrari
A causa di una profonda crisi economica che portò al ritiro la scuderia “madre” Alfa Romeo, Enzo uscito dall’organo milanese, fondò il suo marchio, che finita la Seconda Guerra Mondiale, venne battezzata con il nome di “Scuderia Ferrari”. La sede di Maranello fu opzionata come alternativa alla più rischiosa e soggetta a bombardamenti Modena.
La prima apparizione in un mondiale fu nel 1950 a Montecarlo; la prima vittoria assoluta vide luce a Silverstone l’anno successivo con Josè Froilan Gonzalez. Il trionfo, secondo le parole dello stesso Ferrari, fu un misto tra entusiasmo e dolore, infatti la squadra modenese aveva sbaragliato la concorrenza dell’Alfa, considerata allora dal “Drake” come “madre sportiva“.
Sempre più Fama
Procedendo con gli anni, i ’60 e ’70 regalano al modenese fama mondiale non solo grazie al successo con le Formula, ma soprattutto con le Sport-Prototipo. Un esempio limpidissimo è la 330 P3, auto splendida, potente e raffinata allo stesso punto da entrare nell’immaginario collettivo degli appassionati dell’endurance e non. Celebre è il suo rapporto-confronto con il gioiellino costruito da Henry Ford, la GT40 Mk II, vincitrice della 24H di Le Mans 1966.
Ferrari diventa un’icona per tutti gli anni ’70, con Ickx e Merzario ad inizio decennio alla guida della 312 B2, (considerata dagli esperti la rossa più bella di sempre) Regazzoni e Lauda, col quale Enzo avrà un rapporto di amore-odio per quel genio calcolatore che era l’austriaco; il talento mischiato alla ragione porta Lauda a conquistare con la 312 T il primo alloro mondiale dopo un’attesa lunga undici anni.
Villeneuve che Passione!
La fine dei ’70 e l’inizio degli ’80 coincidono con la mitica “Febbre Villeneuve“. Enzo Ferrari dopo l’addio di Niki Lauda deve trovare un sostituto degno del viennese; la scelta cade su un canadese: Gilles Villeneuve. Il ragazzo del Quebec non ha molta esperienza con le monoposto, difatti i suoi esordi lo vedono come pilota di motoslitte, un mondo lontanissimo da quello delle monoposto di Formula 1.
Villeneuve ha uno stile particolare, probabilmente Ferrari non si sarebbe mai aspettato un tipo del genere, ma il canadese riesce in poco tempo a stupirlo, entrandogli nel cuore per il suo coraggio e spericolatezza. Purtroppo il mito di Villeneuve vede la sua fine in un venerdì di maggio del 1982, giorno in cui, a causa un incidente con Jochen Mass nelle prove libere a Zolder, perde la vita. Ferrari rimarrà fortemente legato al canadese anche dopo la sua morte.
“Quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato e tra di loro c’è anche Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene.”
Anni Bui
Gli anni post-Villeneuve non furono certo brillanti come i ’70; la Scuderia di Maranello ottenne nel 1982 (anno nero per il Cavallino) il campionato costruttori grazie ad Andretti e Tambay, sostituti di Villeneuve e Pironi. Uno dei pochi risultati di livello nel decennio che si ripetè anche l’anno successivo. Le auto continuavano ad evolversi, i piloti a cambiare e la vecchia guardia cedeva il testimone ad una serie di talenti, futuri campioni del calibro di Mansell, Piquet, Prost e Senna.
Ferrari aveva deciso di interrompere la striscia di piloti stranieri sulle sue monoposto, ingaggiando per il 1984 il giovane promettente Michele Alboreto. Il mondiale di quell’anno fu un vero disastro; le McLaren di Prost e Lauda, ritornato dopo una breve pausa dalle competizioni, risultarono difficilmente battibili, tanto da regalare all’ex ferrarista il terzo mondiale in carriera.
Epoca complicata per il Cavallino che non trovava un via d’uscita da una crisi profonda, tanto quanto le condizioni di salute che iniziavano a colpire Enzo. Il 1987 fu l’ultima stagione seguita nella sua pienezza da Ferrari; un’altro copia-incolla dalle annate precedenti, pochi risultati, pochi punti.
Capitolo Finale
Il 1988 fu l’ultimo capitolo della lunga storia di Enzo Ferrari. In giugno ci fu la visita speciale di Papa Giovanni Paolo II a Maranello; Il Santo Padre si era recato nella sede della Rossa per incontrare Ferrari, che però, già troppo malato, si limitò ad un colloquio via telefono.
Si spense all’età di novant’anni nella sua città natale, Modena, il 14 agosto 1988; poche settimane più tardi la Squadra che aveva fondato nei lontani anni ’30, conseguì in Italia, la sua unica vittoria di quell’anno. Enzo Ferrari Anniversario Morte
“Non abbiamo petrolio e miniere ma possiamo primeggiare nel mondo con la fantasia.”
Enzo Ferrari
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