Durante la lunga pausa della F2 abbiamo avuto il piacere di intervistare Joshua Dürksen, ecco cosa ci ha raccontato tra la sua carriera finora e un piccolo passaggio anche su Antonelli.
Mentre la Formula 1 tornerà in pista ad Austin questo fine settimana, per la Formula 2 l’attesa è continuerà fino al round in Qatar. Abbiamo avuto la possibilità di intervistare uno dei protagonisti della categoria cadetta, Joshua Dürksen, il quale ha affrontato tanti temi dal passaggio dalla Formula Regional alla F2 al percorso condiviso con Andrea Kimi Antonelli. Vi lasciamo alla lettura della prima parte!
Quanto si sentono e quali sono le differenze principali che ha riscontrato nel salto dalla FRECA alla F2 e in cosa cambia maggiormente il suo stile di guida?
Certamente il salto dalla FRECA alla Formula 2 è stato uno step piuttosto grande. Praticamente salti la Formula 3, anche questa molto bella da guidare, molto veloce. Fortunatamente, mi sono adattato piuttosto rapidamente alla macchina, nonostante mi aspettassi che fosse più difficile. Anche il team mi ha introdotto piuttosto bene alla macchina; prima di guidarla mi hanno insegnato tutte le procedure e modalità da sapere. Questo è stato di grande aiuto perché la tecnologia in una F2 rispetto ad una FRECA è molto migliore trattandosi di una categoria più elevata.
I post-season test di Abu Dhabi mi hanno indubbiamente aiutato: avere tre giorni di test pieni mi ha permesso di fare tanti giri e conoscere meglio la macchina, aiutandomi molto per l’inizio della stagione. Le differenze maggiori sono chiaramente la potenza, il downforce nelle curve ad alta velocità e semplicemente la maneggevolezza della monoposto. Questa macchina ha il doppio dei cavalli della FRECA e tanto più downforce, il che permette di avere più fiducia nella macchina e tenerla bene nelle curve ad alta velocità, che invece era più difficile da fare in FRECA. In ogni caso mi sono adattato abbastanza bene e mi son sentito a mio agio su una F2 già dal primo giro.
In che misura pensi che la Formula 2 prepari alla F1?
Idealmente, il gap tra la Formula 1 e la Formula 2 dovrebbe essere minore. Credo che il gap sia un po’ troppo grande. In media, siamo dai 12 ai 14 secondi più lenti di una F1 e non è questo il caso delle altre categorie. Tra F2 e F3 ci son forse tra i 5 e i 7 secondi, tra F3 e FRECA anche 6 o 7 e lo stesso tra FRECA e F4. Dovremmo essere anche noi in questo range. Sarebbe ottimo se la vettura di F2 potesse essere più veloce; credo che lo fossero in passato con la GP2. Ora con l’halo, le gomme 18 pollici, le macchine anche più sicure, ciò le rende più lente. Il gap ideale con la F1 dovrebbe essere tra i 7 e gli 8 secondi. Tutti i piloti che hanno guidato una F1 coi quali ho parlato dicono che è il salto è molto grande e che la F1 è un altro mondo.
Dürksen in esclusiva – Come te Andrea Kimi Antonelli compete in F2 ed è reduce da una stagione in Formula Regional: cosa ne pensi di lui e della sua crescita?
Kimi ha dimostrato la sua velocità in tutte le categorie in cui ha corso. F4, FRECA… ha praticamente vinto tutto, è sempre stato molto veloce. Possiamo aspettarci lo stesso in F1. Ovviamente la F1 è un po’ diversa perché ci sono i migliori piloti al mondo ed è una categoria a sé. Avrà bisogno di alcune gare per adattarsi alla macchina e poi sono certo che andrà forte. Lo possiamo notare anche con Franco Colapinto: si è adattato molto velocemente alla F1 e sta avendo ottimi risultati. Possiamo aspettarci lo stesso da Kimi: è un ottimo pilota, molto talentuoso. Gli auguro il meglio e sono certo che farà un grande lavoro il prossimo anno.
Può essere penalizzante non essere parte di alcuna Academy o in quanto pilota indipendente trovi anche dei benefici?
Sì e no. Certamente, l’ideale sarebbe essere in una Academy perché ti consente di avere più chance di entrare in F1. Tuttavia, il lato positivo di essere indipendente è che hai più libertà di scegliere in quale categoria vuoi correre. Generalmente quando sei in una Academy necessiti dell’approvazione del tuo team di F1 per fare quello che vuoi. Puoi quindi fare ciò che vuoi senza l’approvazione di qualcun altro all’infuori di te stesso, questo è l’unico vantaggio che hai. Essere in una Academy è comunque ideale perché ti dà le chance di fare dei test o ottenere dei ruoli nel team; essere indipendenti ha comunque i suoi vantaggi.
Sei in contatto con qualche team di F1?
Ci stiamo provando: siamo in F2 ora, quindi ovviamente il prossimo step è la F1. Dobbiamo estendere la nostra rete e quindi sì, siamo in contatto con alcune squadre e capiremo quali opportunità si presenteranno.
In quanto pilota Sudamericano, anche rispetto alla media degli europei, quanto è più difficile trovare fondi e sponsor?
È stato molto difficile. Non è mai facile trovare i fondi e per noi è ancora ben più difficile rispetto agli europei. Innanzitutto, la valuta: l’euro ha un valore ben più alto rispetto alla moneta paraguaiana che abbiamo qui. Anche il mercato in Europa è più grande rispetto al Paraguay o all’America del Sud. Ci sono tanti sponsor che vorrebbero aiutare ed essere coinvolti nel progetto ma il prezzo per loro è troppo alto. Questo non solo per me ma per tutti i piloti Sudamericani, credo. Peraltro, noi gareggiamo in Europa, non in Sudamerica, quindi mostrare i loro prodotti è più difficile perché solitamente si tratta di business locali. Per fortuna, oggi con i social media è più facile connettersi con il mondo intero e possiamo restituirgli qualcosa attraverso queste piattaforme.
Credits foto: Emanuele Zullo per F1inGenerale
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