“Motorsport is dangerous”. Questo è quanto troviamo sempre scritto sui biglietti di un qualsiasi evento motoristico. Il motorsport è pericoloso. Lo sappiamo tutti, o almeno pensiamo di sapere quanto sia davvero pericoloso. Perché forse gli unici che lo sanno davvero sono i soli piloti. Quelli che a domeniche alterne si siedono su un proiettile.
Anthoine Hubert è morto nella serata di sabato 31 agosto. È morto mentre correva sulla sua macchina, durante la gara 1 di Formula 2 a Spa. È morto perché “motorsport is dangerous”. Eppure, tranne che in casi tragici come questo, sembra difficile avere davvero la percezione di quanto sia effettivamente pericoloso correre con un motore sotto al sedere. Perché? Perché il motorsport, come ogni altro sport, è prima di tutto spettacolo. Spettacolo per il pubblico, spettacolo per gli sponsor, spettacolo anche per i piloti che, se hanno deciso di mettersi su una monoposto e andare a trecento all’ora, l’hanno fatto perché vivono per la velocità. anthoine hubert motorsport
Chi vi sta scrivendo ha avuto la fortuna di non vivere le epoche più tragiche di questo sport. Chi vi scrive non era nemmeno ancora nata quando sono morti Gilles Villeneuve, Roland Ratzenberger e Ayrton Senna, giusto per citare qualcuno che ha trovato la morte correndo su una macchina. Però chi vi scrive ha visto morire Marco Simoncelli, il suo “idolo”, il suo pilota; ha visto Jules Bianchi schiantarsi e restare in coma per nove mesi; ha visto Luis Salom morire a Barcellona; e ieri, una volta spenta la tv dopo le qualifiche di Formula 1, si è messa a studiare per un esame. Non ha visto l’incidente in diretta. Ma ha visto il circuito svuotarsi, ha visto le ambulanze, ha visto le tende montate in pista. E poi ha letto il comunicato della FIA: Anthoine Hubert è morto. Le ferite riportate nell’incidente erano troppo gravi. anthoine hubert motorsport
Quello di Anthoine è l’ennesimo nome che abbiamo lo sporco compito di inserire nell’albo dei piloti che sono morti correndo. E lo dovremo fare perché, ancora una volta, il motorsport è pericoloso: non smetterà mai di esserlo, per quanto possiamo sognare che un giorno ogni pericolo sarà debellato. Il motorsport continuerà ad essere pericoloso. E noi continueremo a guardarlo. I piloti continueranno a correre. Il “circo” andrà avanti. Perché, come si dice, show must go on. anthoine hubert motorsport
Però, c’è un però. L’importante è non dimenticarsi mai, non sottovalutare mai, per nessun motivo, i pericoli che questi sport rappresentano. Da tifosi, da appassionati, da esperti del settore, da giornalisti lo dobbiamo ad Ayrton, a Marco, a Jules, a Luis. Da oggi lo dobbiamo ad Anthoine.
Che la terra ti sia lieve.