La pioggia persistente che si è abbattuta domenica sul circuito di Imola ha costretto gli organizzatori della Superbike e la direzione gara ad annullare gara 2 . Il weekend è risultato dunque monco di una gara,. così come già accaduto ad Assen a causa della neve. La cancellazione ha generato numerose polemiche che hanno visto la discesa in campo di diverse parti. Di seguito riportiamo le opinioni dei diretti interessati, unite ad alcune considerazioni di commento alla vicenda. Superbike Imola
L’accaduto
Dopo la clemenza di Sabato, il meteo non ha più fatto sconti ai circa 21.000 spettatori accorsi ad assistere alla manche finale del round italiano del mondiale Superbike. Domenica, al termine della gara di Super Sport, la pioggia ha infatti iniziato ad abbattersi copiosamente sul circuito del Santerno, rendendo in poco tempo l’asfalto bagnato. superbike imola superbike imola
La partenza della gara di Superbike, originariamente in programma per le 14:00, è stata dunque dapprima rimandata di 30 minuti,. per poi essere del tutto cancellata intorno alle 15:00. Prima che la direzione decidesse di annullare tutte le competizioni previste dalle 14:00 in poi, alcuni piloti Superbike (tra i quali Rea, Bautista e Davies) hanno compiuto un giro di pista a bordo della Safety Car per verificare le condizioni del tracciato.
Al termine del giro, la direzione di gara aveva deliberato per la partenza. Le moto hanno dunque svolto il giro di istallazione, per poi schierarsi in griglia. Una volta giunti sul rettilineo di partenza,. alcuni piloti, come Rea e Haslam, hanno cominciato a concentrarsi, mentre altri, tra cui Bautista, sono subito scesi dalle moto. In particolare, l’alfiere spagnolo della Ducati ha iniziato a scuotere il capo, facendo intendere quanto ritenesse pericoloso correre in simili condizioni.
Dopo pochi minuti, le moto hanno nuovamente abbandonato la griglia, tornando ai box insieme a tutti i piloti. La decisione giunta poco dopo non lasciava adito al dubbio: tutte le restanti prove erano state cancellate.
Le polemiche
Una decisione, sempre difficile da prendere in questi casi, che ha visto scendere in campo diverse personalità direttamente coinvolte.
Alvaro Bautista, che sin dal Giovedì aveva espresso considerazioni negative in merito alla sicurezza del tracciato, non si è risparmiato nemmeno in questa occasione. Invitato ad un commento,. il pilota dell Ducati ha infatti nuovamente posto l’accento sulla mancanza di una strada di sicurezza intorno alla pista,. che costringe le ambulanze ad utilizzare il tracciato per spostarsi da un punto all’altro, sulle vie di fuga troppo corte e sui muri troppo vicini. In sintesi, Bautista ha bocciato la sicurezza complessiva del circuito del Santerno, affermando che sia pericoloso con l’asciutto e impossibile con il bagnato.
Tra le considerazioni espresse, di rilievo è sicuramente quella del presidente di Formula Imola Uberto Selvatico Estense, che in un comunicato ha affermato:
“Dopo un venerdì e sabato di grande pubblico, il meteo di domenica ha rovinato le possibilità di grande spettacolo sportivo tra le Ducati di Chaz Davies e Alvaro Bautista e un Jonathan Rea marziano,. autore di una doppietta. La pista di Imola, nonostante la querelle sulle condizioni di praticabilità o meno della pista in condizioni di bagnato e le più che normali scelte tecniche strategiche dei team rispetto alla classifica,. si dimostra sempre una pista vera, dove si misurano i mezzi e gli uomini”
Il presidente della società che gestisce l’autodromo sembra dunque suggerire che dietro la scelta di non correre gara 2 ci sia una motivazione più sportiva che di altro tipo, legata ad interessi di classifica (da parte di Ducati e Bautista) più che alla conformità della pista.
Analisi
La situazione è sicuramente molto delicata. Come affermato anche dallo stesso Jonathan Rea, non è mai facile prendere la decisione di cancellare una gara. Certo è che tale decisione ha generato una serie di polemiche che hanno messo nel mirino tutte le parti coinvolte, dagli organizzatori, al campionato stesso, al tracciato, ai responsabili delle omologazioni della FIM, agli stessi team e piloti.
Vorremmo in questa sede svolgere una serie di considerazioni.
In primo luogo, coinvolgere i piloti in decisioni di carattere organizzativo può rivelarsi un’arma a doppio taglio: se, da un lato, è importante tenere in considerazione l’opinione di chi effettivamente corre i rischi in pista, dall’altro i piloti( tutti) potrebbero protendere per una scelta piuttosto che un’altra per motivi “strategici”(per utilizzare l’espressione di Selvatico Estense), ovvero in ottica campionato.
Per quanto riguarda invece le critiche mosse alla pista, sono ovviamente finiti nell’occhio del ciclone i responsabili FIM per la sicurezza dei tracciati. Al circuito del Santerno è stata conferita l’omologazione di categoria B, che permette all’autodromo di ospitare tutte le competizioni eccetto la MotoGP (che invece richiede un’omologazione di tipologia A).
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Nel corso del tempo il circuito ha compiuto una serie di modifiche imposte da FIM e Dorna atte a migliorare la sicurezza, ultima delle quali l’ampliamento della via di fuga della variante Villeneuve. Poco prima dell’approdo della Superbike in riva al Santerno, alcuni delegati FIM hanno svolto un sopralluogo proprio per verificare l’efficienza dei nuovi lavori, approvando ogni modifica. Il tracciato risulta dunque perfettamente in regola e conforme a tutte le norme di sicurezza, comprese quelle sul drenaggio, che invece ha suscitato tante critiche. L’impianto di drenaggio sembra infatti aver svolto il suo lavoro.
Secondo il parere di chi scrive, pesa sul bilancio sulla sicurezza dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari anche il numero effettivo di incidenti con gravi conseguenze,. che risultano in verità essere in linea con il panorama di molti altri circuiti, e inferiori ad altri ancora.
Il parere di Zaffelli
Lo stesso Jarno Zaffelli,titolare dello studio Dromo e uno dei massimi esperti in merito a progettazione di circuiti, nonchè coordinatore e consulente strutturale dell’Autodromo, ha analizzato la situazione tramite un‘intervista rilasciata a Automoto.it:
“Da un punto di vista tecnico l’autodromo di Imola non si può definire pericoloso. È uno dei migliori autodromi che abbiamo in Italia. Se invece ci spostiamo sulla percezione del pilota,. ecco che Imola si può definire un vero autodromo, che incute timore. Questo per me è un bene, in quanto ci sono altri circuiti che apparentemente sembrano meno pericolosi per via delle ampie vie di fuga, spesso in asfalto,. ma che in realtà, statistiche alla mano, risultano funestati da più incidenti. Questo perché i piloti,. vedendosi circondati da ampie vie di fuga, osano di più, e cadono di più. Penso che invece un po’ di timore e rispetto per la pista in cui si corre non guasterebbe.
Ad Imola, invece, i dati ci dicono che la probabilità che accada un incidente grave è molto bassa. In merito alla questione pioggia, posso dire questo: Mercoledì ho percorso la pista a piedi con gli ispettori FIM. Pioveva. Sappiamo benissimo che alcuni punti, quali le Acque Minerali e la discesa Rivazza, risultino critici da un punto di vista di drenaggio, nonostante l’impianto sia molto efficiente, e si vadano a creare dei rivoli d’acqua in pista.
Ma non si tratta di nulla di trascendentale, in quanto è una caratteristica che accomuna tutte le piste che hanno sali e scendi (pensiamo ad esempio a Spa o ad Assen). In queste condizioni, o i piloti non passano sui rivoli, oppure si aspetta che non ci siano più. La pista è uguale per tutti. Con Dromo seguiamo autodromi in tutto il mondo, e abbiamo evidenza che Imola abbia degli standard di sicurezza tra i più alti a livello sia italiano che internazionale.”
Come si evince dalle parole di Zaffelli, ad influire sulla cancellazione di gara 2 è dunque stata più la percezione soggettiva di alcuni piloti che l’effettiva pericolosità della pista che, dati alla mano, risulta invece essere perfettamente sicura.
Conclusioni
Alla luce di quanto fin qui esposto, ciò che più rammarica è che aspetti quali la percezione soggettiva del rischio e scelte strategiche abbiano messo in difficoltà un autodromo. che sta cercando in tutti i modi di tornare in auge e che, per gli elevati standard che mantiene e che ricerca,. nonché per la bellezza del disegno del tracciato, potrebbe tranquillamente ambire ad essere un punto di riferimento internazionale. Sarebbe dunque opportuno che le valutazioni tecniche di sicurezza si limitassero agli addetti ai lavori. E a nessun altro.
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