In occasione dell’ultimo appuntamento stagionale della W Series a Brands-Hatch, F1inGenerale ha intervistato uno dei protagonisti della W Series, l’ingegnere italiano Guido Iurato.
La W Series nella storia del motorsport ha rappresentato una grande sfida; il primo campionato interamente dedicato alle giovani pilote. Il tutto per dimostrare che le donne possono competere nel motorsport alla pari con gli uomini.
Prima di tutto parlaci un po’ del tuo percorso accademico per arrivare in W Series.
Io ho fatto un percorso di ingegneria meccanica prima a Milano e poi a Catania. Finita l’università ho cominciato ad informarmi in giro per capire come avere la possibilità di inserirmi nel mondo del motorsport e ho scoperto che in Italia ci sono delle realtà che ti permettono di avere una formazione adeguata. W Series
Tra tutte le ragazze, chi ti ha impressionato di più?
Ci sono tantissimi talenti più o meno espressi; basta vedere Chadwick e Visser che hanno un background di un certo livello anche con le monoposto. Ovviamente l’esperienza è la chiave di tutto. Una che mi ha stupito è Emma Kimilainen perché dopo l’incidente alla prima gara, ne ha saltate due e al suo ritorno ha fatto tre gare spettacolari e sul bagnato di Brands-Hatch ha mostrato un passo impressionante.
Come è lavorare con piloti diversi ogni weekend?
Lavorare con piloti diversi ogni weekend è una cosa molto positiva perché hai la possibilità di sviluppare le skill di comunicazione ed approccio ai rapporti umani. Di volta in volta hai la possibilità di fronteggiare situazioni differenti e devi cambiare approccio di continuo.
In pratica come ingegnere di gara cosa fai? Quali sono i tuoi compiti?
Noi ci occupiamo di far sì che la vettura possa girare senza problemi; infatti una parte importante del nostro lavoro riguarda l’acquisizione dati per ciò che concerne l’affidabilità. Oltre a ciò facciamo driver coaching; essendo un unico team che gestisce tutte le vetture abbiamo a disposizione un network dove vedere i dati e i video di tutti e quindi facciamo un’analisi comparativa per far capire cosa c’è da fare, dove farla e soprattutto come farla.
Qual è l’aspetto che più ti è piaciuto di questo campionato?
La cosa che più mi ha impressionato è l’ambiente che ho trovato. Non mi aspettavo di trovarmi bene con la maggior parte delle persone coinvolte che provengono da ogni dove e ti arricchiscono in ogni aspetto. Essendoci dei regolamenti molto stringenti non possiamo intervenire più di tanto sulla vettura e questo è molto positivo per lo spettacolo a differenza di ciò che accade in F1 dove chi più ha soldi, va avanti a livello tecnico.
Cosa ti è piaciuto di meno invece?
Io magari preferirei avere un po’ più di libertà nelle modifiche di setup per andare più incontro alle esigenze del pilota o anche per poter fare delle sperimentazioni.
Domanda personale, quali sono i tuoi sogni per il futuro?
Sicuramente continuare nel motorsport anche se non è facile soprattutto quando all’inizio non hai molta esperienza. Ovviamente bisogna essere versatili ed adattarsi ai diversi modi di fare, sia per etica che per mentalità ed essere pronti ad un percorso che è molto in salita all’inizio. Spero che il mio percorso con Hitech in W Series sia un buon punto di partenza per il futuro.
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