Il GP d’Ungheria 1998 rappresenta una delle gare più spettacolari della carriera di Michael Schumacher, coadiuvato da un colpo di genio di Ross Brawn e del muretto Ferrari. Schumacher Ferrari GP Ungheria 1998.

Contesto Schumacher Ferrari GP Ungheria 1998.
Il 1998 per la Formula 1 è un anno di grandi cambiamenti. Il regolamento tecnico viene modificato con l’obiettivo di diminuire la velocità in curva ed aumentare la sicurezza. La larghezza massima delle vetture viene infatti ridotta da 2 metri ad 1 metro ed 80 centimetri e vengono introdotte le gomme scanalate: tre scanalature sugli pneumatici anteriori e quattro sui posteriori.
Dopo aver perso il mondiale nella tragica, sportivamente parlando, domenica di Jerez, la Ferrari si affaccia alla nuova stagione con seri propositi di rivincita. Per la Rossa si parla di un mondiale annunciato dopo che la Williams, la grande avversaria delle ultime stagioni e che ha dominato la scena dal 1992 al 1997, ha perso l’appoggio della Renault. Il costruttore francese ha infatti deciso di ritirarsi. Il mondiale manca dal 1979 e per il Cavallino è ormai diventata un’ossessione.
Ma a Maranello non hanno fatto i conti con la McLaren-Mercedes. Dopo annate difficili, la scuderia di Woking è infatti tornata alla ribalta. La McLaren può contare sul genio di Adrian Newey, proprio il progettista che ha fatto incetta di titoli mondiali alla Williams, e sulla Bridgestone, le cui coperture scanalate si comportano meglio delle Goodyear montate sulla Ferrari.
Il riassunto della stagione 1998

La partenza è dunque tutta a favore della McLaren-Mercedes: Hakkinen e Coulthard fanno doppietta nelle prime due gare in Australia ed in Brasile. Ma a Maranello non stanno certamente a guardare: la Ferrari cresce ed in Argentina arriva la prima vittoria stagionale di Schumacher.
La McLaren resta però la vettura da battere ed infila tre vittorie di fila, con Coulthard ad Imola e con Hakkinen in Spagna ed a Monaco.
Schumacher risponde però colpo su colpo ed è lui ad infilare un tris consecutivo in Canada, Francia e Gran Bretagna, nella famosa gara in cui sconta la penalità sotto la bandiera a scacchi. Con quella vittoria, il tedesco si porta a soli 2 punti dal capoclassifica Mika Hakkinen. Con le vittorie in Austria e Germania, Hakkinen riallunga e riporta il vantaggio a 16 punti.
Ma il mondiale è tutt’altro che chiuso. La McLaren-Mercedes gommata Bridgestone è sicuramente la vettura migliore, ma un grande Schumacher sta consentendo alla Ferrari di tenere vivo il sogno mondiale.
GP Ungheria
Il 16 agosto 1998, all’Hungaroring si corre la 12esima e quintultima prova del mondiale. Le due McLaren-Mercedes monopolizzano la prima fila, con Hakkinen in pole davanti a Coulthard. Schumacher realizza il terzo tempo, a quasi 4 decimi.
Tutti gli altri sono staccati di oltre un secondo: Hill sulla Jordan che parte appaiato a Schumacher in seconda fila, mentre Irvine, sulla seconda Ferrari, è solo quinto, davanti alla Williams di Jacques Villeneuve. Alla partenza ci sono 21 vetture perché la Tyrrell di Ricardo Rosset non è riuscito a qualificarsi.
Per la gara sono previsti 77 giri. Al via le prime tre posizioni rimangono invariate, mentre Irvine riesce a superare Hill e conquista la quarta posizione.
Sin dalle prime battute, è possibile intuire l’andamento della gara. Le due McLaren seguite dalle due Ferrari hanno un altro passo e distanziano la concorrenza. Ma già al 13° giro, Irvine deve rientrare ai box per noie elettriche alla sua Ferrari ed è costretto al ritiro.
La gara diventa dunque faccenda per tre vetture. Coulthard si erge a baluardo del caposquadra Hakkinen. Schumacher procede sempre nei tubi di scarico della McLaren dello scozzese, ma non riesce ad avvicinarsi a sufficienza per tentare l’attacco, su una pista dove i sorpassi sono difficilissimi. La pista era infatti leggermente diversa da quella che conosciamo ai giorni nostri: il rettilineo principale e quello seguente erano più corti e ciò rendeva ancora più difficoltoso rispetto ad oggi superare all’Hungaroring.
Ai box Ferrari si punta dunque sulla strategia per tentare l’assalto alle McLaren. Al 25° giro, Michael rientra ai box per il rifornimento ed il cambio gomme. Il giro seguente è il turno di Coulthard ed i meccanici McLaren riescono a rimettere in pista lo scozzese davanti a Schumacher, che è rimasto bloccato dietro la Williams di Villeneuve.
Passano due giri e tocca ad Hakkinen effettuare la sosta; il finlandese torna in pista facilmente davanti a tutti. A questo punto, la gara per la Ferrari sembra mettersi male.
Ma libratosi di Villeneuve, Schumacher dà un primo saggio del potenziale della sua vettura quando al 32° giro piazza il giro veloce in 1:19.952 ed il giro dopo 1:20.1. Il ritmo della Ferrari è nettamente più rapido delle McLaren che girano sul passo dell’1:21. Il tedesco in un paio di giri si è riportato nuovamente alle spalle di Coulthard, ma superare sul toboga ungherese è davvero impossibile.
GP d’Ungheria 1998 – A 35 giri dal termine comincia lo show di Michael Schumacher