Amarcord – Accadde oggi, 7 febbraio

La F1 è sempre stata terreno di aspre battaglie, e non parlo solo di quelle in pista. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 si “combattè” la guerra FISA-FOCA. 7 febbraio


A leggere questi nomi oggi viene quasi da ridere, ma all’epoca i sorrisi erano pochi. La FISA (Federazione Internazionale dello Sport Automobilistico) guidata da Jean-Marie Balestre era al comando della F1.

In quegli anni lo sport da noi tanto amato era in continua cresciata, come ne erano in continua crescita i suoi ricavi e gli interessi economici. Per contrastare il monopolio della FISA il Sigr. Bernie Ecclerstone formò un’organizzazione che rappresentasse gli interessi sportivi e economici dei vari team.

I campi di battaglia furono vari. Si va dalla spartizione dei ricavi, alla divisione dei diritti televisivi fino ad arrivare a modificare ed influenzare il campionato mondiale.

Quella che prima era una battaglia principalmente a sfondo economico andò rapidamente ad influire anche gli aspetti tecnici delle vetture. Si arrivò così nel ’78 alla rimossione del divieto imposto dalla FISA di utilizzare le famose minigonne sviluppate da Colin Chapman.

Con l’avvento dei motori turbo la battaglia si ampliò. Tra scioperi dei piloti, minacce della cancellazione di Gran Premi e pesanti sanzioni da parte della FISA la situazione arriva al limite.

Il picco di questa guerra si toccò proprio il 7 Febbraio 1981 quando la FOCA riuscì ad organizzare il Gran Premio di Sudafrica a Kyalami. E fu così che piloti del calibro di Nigel Mansell, Nelson Piquet, Alan Jones, Riccardo Patrese, Keke Rosberg e Carlos Reutemann parteciparono ad una gara dichiarata illegale.

Pole di Piquet e vittoria di Reutemann. Una gara che dimostrò al mondo la potenza che aveva raggiunto l’organizzazione capitanata da Ecclerstone. Una gara frutto di una guerra che scombussolò interi campionati e (per fortuna) portò alla stipulazione del Patto di Concordia. Patto tutt’ora in vigore (scadrà nel 2020) che regola la F1.

 

7 febbraio

 

Matteo Franzo

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