La combustione HCCI, acronimo di Homogeneous Charge Compression Ignition, consiste nella combustione isocora (a volume costante) e quasi istantanea della carica; mentre per un ciclo otto tradizionale la combustione occupa diversi gradi di manovella a cavallo del PMS, la combustione HCCI né impiega molti meno, intorno ai 14°. Un propulsore che sfrutta la combustione HCCI è un propulsore più efficiente perché ha un consumo specifico di combustibile minore, inoltre è più potente rispetto ad un ciclo otto tradizionale, grazie ai più elevati rapporti di compressione.
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La peculiarità di questa tipologia di combustione è quella di combinare l’accensione per compressione tipica dei cicli Sabathè (propulsori alimentati a gasolio) con l’utilizzo di combustibili ad elevato numero di ottani, ovvero le benzine.
Un motore termico che sfrutta la combustione HCCI non avrebbe, teoricamente, bisogno della candela,;poiché la carica accende spontaneamente e omogeneamente grazie agli elevati rapporti di compressione raggiunti in camera di combustione. Tuttavia allo stato attuale non si è ancora riusciti a sfruttare per tutto il regime di rotazione del propulsore questa tipologia di combustione:;infatti uscendo dal range ideale in cui avviene la combustione HCCI insorgono fenomeni di combustione anomala. I fenomeni di combustione anomala peggiori sono le detonazioni, che possono provocare la rottura dello strato limite termico della camera, innalzando la temperatura in camera di combustione e provocando di conseguenza cedimenti degli organi meccanici. A causa del range limitato di funzionamento è ancora quindi indispensabile l’utilizzo dell’apparato di accensione tradizionale (candele, bobine, ecc…). Alla combustione HCCI è associata anche una bassa emissione di alcune sostanze inquinanti, caratteristica comunque poco interessante per il mondo della Formula 1.
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I team fornitori in F1 si guardano bene dal rivelare le architetture dei propri propulsori e il relativo funzionamento; tuttavia è palese che siano riusciti ad implementare questa tecnologia nei loro motori termici,;per lo meno a partire da un dato range che si suppone sia intorno gli 11.000 RPM,;regime in cui si solitamente le power unit “fluttuano”.
Voci dal Paddock indicano la Mercedes come forza trainante di questa particolare tecnologia, seguono Ferrari, Honda e per ultima Renault. Mercedes sembra essere particolarmente avvantaggiata, ciò si deduce anche dal recente superamento della barriera del 50% di rendimento della propria power unit.
Una cosa è certa: la corretta gestione della combustione HCCI, unita ad una buona efficienza del propulsore,;è la chiave della vittoria del titolo costruttori 2018.