Con la conclusione dei test di Barcellona è tempo dei primi bilanci in casa Ferrari. La SF71H è una vettura nata bene, ma allo stesso tempo rivoluzionaria rispetto alla progenitrice più di quanto ci si aspettasse: una caratteristica che ha condizionato il lavoro della scuderia sul tracciato del Montmelò.
929 giri percorsi e i due migliori tempi dell’intera sessione: 1:17.182 per Vettel e 1:17.221 per Raikkonen, con oltre mezzo secondo di vantaggio sul terzo tempo di Alonso e più di un secondo sul campione del mondo in carica Lewis Hamilton. Sono questi i dati con cui la Ferrari torna a Maranello dopo 8 intensi giorni di test. Di primo impatto sembrano dati strabilianti, tali da dover indurre una grande euforia nei tifosi ferraristi, ma le incognite restano ancora tante.
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Solitamente risulta difficile trarre delle conclusioni esatte sulle gerarchie dai test e mai come quest’anno il concetto è esasperato. I risultati del cronometro infatti sono soggetti a una moltitudine di variabili quali gomme, asfalto nuovo, quantitativi di carburante a bordo, assetti sperimentali delle vetture e voglia dei top team di nascondersi. L’unica certezza è che aver concluso quasi 1000 giri senza nessun problema al motore, così come le altre monoposto motorizzate Ferrari, vale a dire Sauber-Alfa Romeo e Haas, è un ottimo segnale. Anche i “temponi” fatti registrare da Sebastian e Kimi, seppur poco significativi per le ragioni spiegate sopra, sono comunque un’indicazione positiva. Ma andiamo con ordine.
La necessità di girare
La SF71H presenta un passo allungato rispetto alla passata stagione, per provare a colmare il deficit nelle piste ad alta velocità. Quando il passo di una Formula 1 viene allungato sono necessarie numerose prove per trovare la giusta regolazione di ogni componente per sfruttare al meglio la vettura. Per quanto gli ingegneri possano sforzarsi con previsioni e simulazioni al computer, alla fine è sempre la pista a fornire i dati più indicativi. Non a caso nei primi giorni la Ferrari ha girato molto con le gomme a mescola più morbida, più facili da mandare in temperatura e quindi più adatte ai lavori sull’assetto che la squadra stava svolgendo. La nuova macchina di Maranello aveva bisogno di girare molto e ci è riuscita, anche se il tempo e le temperature rigide della prima settimana non hanno di certo aiutato.
Il confronto con i rivali
Man mano che l’assetto della SF71H andava affinandosi hanno anche iniziato ad abbassarsi i tempi sul giro e sono arrivate le prime simulazioni di gara.
Il tempo record di Vettel è stato ottenuto con la mescola più morbida, la Hypersoft,;ma non si è trattata di una prova di qualifica (nessun team l’ha provata), bensì una prestazione arrivata durante un breve stint di giri.
Per quanto riguarda le simulazioni di gara, il passo era in linea se non leggermente migliore della Red Bull,;ma spaventa quello tenuto dai rivali della Mercedes. Mentre la Ferrari girava con tempi tra l’1’21’’ basso e l’1’20’’ alto,;in alcuni giri della simulazione la Mercedes è arrivata anche a toccare l’1’19’’ basso. Ancor di più possono essere un segnale d’allarme le dichiarazioni del team di Stoccarda sul fatto che la Mercedes W09 fosse in grado di percorrere curva 9 in pieno anche con 80 kg di benzina a bordo e l’1:18.825 ottenuto da Bottas su gomme medie. Stando alle indicazioni della Pirelli, il gap tra gomme Medie e Hypersoft è di circa 2,5 secondi al giro,;quindi il gap sarebbe di 0,7 secondi in favore della Mercedes. C’è già un grande ritardo da colmare in casa Ferrari?
Come non bisogna esaltarsi troppo per i dati positivi altrettanto non bisogna disperarsi per quelli negativi.
Il passo gara della Mercedes di quasi 1 secondo migliore rispetto alla Ferrari e alla Red Bull è troppo ampio per non giustificare qualche dubbio sui quantitativi di benzina a bordo dei diversi team. I 7 decimi teorici di scarto tra Ferrari e Mercedes inoltre potrebbero essere di meno considerando che la Mercedes è una vettura progettata attorno alla mescola;Medium mentre la Ferrari si è trovata a proprio agio sulle mescole più morbide. Anche in questo si vede la voglia di Maranello di sfidare Stoccarda sin dalla qualifica. Inoltre i 2,5 secondi di differenza tra Medium e Hypersoft sono solo un’indicazione teorica fornita dalla Pirelli, valida in condizioni ottimali.
Il fatto che Mercedes abbia dichiarato di poter percorrere curva nove in pieno non esclude che anche la SF71H sia in grado di farlo,;ma non sono arrivate conferme o smentite dai responsabili della scuderia. Altro dato indicativo è l’usura degli pneumatici: al termine delle simulazioni le gomme della Mercedes presentavano un accentuato blistering mentre quelle della Ferrari avevano un consumo più uniforme,;sebbene gli stessi vertici di Stoccarda abbiano confessato di essere stati molto aggressivi in queste simulazioni.
Le dichiarazioni dei piloti
In conclusione, la SF71H è una vettura nata bene e stando alle dichiarazioni dei piloti è un passo avanti rispetto alla SF70H. È presto per dire se potrà sfidare la Mercedes ad armi pari e non deve sorprendere se nelle prime gare ci potrebbe essere un distacco da colmare. Per sfruttare al meglio il potenziale della nuova macchina potrebbero essere necessarie alcune gare, esattamente come per la Mercedes la passata stagione. Saranno fondamentali le prossime due settimane per arrivare al meglio al Gran Premio di Melbourne e ancor di più che nel;2017 sarà importante il lavoro al simulatore di affinamento dell’assetto.
Alla luce dei risultati di questi test è comprensibile il cauto ottimismo che arriva dalle dichiarazioni dei piloti,;accompagnato da un monito sull’importanza di continuare a lavorare.
“I tempi – ha dichiarato Sebastian – in questi giorni di test significano poco. L’importante è che la SF71H si sia rivelata molto solida, permettendoci di girare tutta la giornata senza nessun problema di rilievo. Ci sono ancora cose su cui lavorare in vista della prima gara e non è proprio possibile fare previsioni basandosi sulla prestazione degli altri team,;perché ognuno ha fatto un programma diverso. Sono contento, però, per i ragazzi della squadra”.
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“Complessivamente – ha riassunto Kimi – sento che abbiamo un buon pacchetto. Certo il tempo a inizio test non è stato ideale, ma abbiamo concluso con un paio di giorni piuttosto buoni. La macchina trasmette un buon feeling e, anche se ci sono ancora tante cose da migliorare,;si riesce a guidare abbastanza facilmente e reagisce alle diverse regolazioni. Nessuno, però, può dire dove siamo realmente, rispetto agli avversari. Ne sapremo di più fra un paio di settimane a Melbourne e, più in generale, dopo le prime gare della stagione. Mi piace correre e non vedo l’ora di iniziare”.
Il messaggio è chiaro: bisognerà attendere le prime gare per capire se il 2018 potrà essere l’anno buono per la Rossa per riportare a Maranello quel titolo iridato che manca da più di dieci anni.