Mentre l’UE rincorre nuovi punti di ricarica per l’elettrico, gli USA di Donald Trump sono pronti a spegnerne oltre 8.000
Gli Stati Uniti vanno controcorrente: Donald Trump pronto a spegnere 8.000 punti di ricarica, mentre l’UE li rincorre affannosamente. La notizia parte da un report di The Verge, secondo il quale la General Services Administration (GSA) – l’agenzia che gestisce gli edifici di proprietà del governo federale – vorrebbe sopprimere tutte le proprie stazioni di ricarica per veicoli elettrici.

Che l’elezione di Donald Trump abbia sconvolto gli equilibri politici ed economici globali non è un segreto. In ambito automotive, la Casa Bianca sta progressivamente abbandonando molte delle politiche “verdi” volute dall’ex-presidente Joe Biden. Nelle intenzioni future dell’attuale amministrazione ci sarebbe quella di sospendere incentivi e agevolazioni fiscali, ma anche interrompere importanti finanziamenti.
Nel mirino dei repubblicani ci è già finito il costosissimo progetto di potenziamento dell’infrastruttura di ricarica. Un’opera da cinque miliardi di dollari che avrebbe portato all’installazione di nuove stazioni di ricarica in tutti gli Stati Uniti. D’altronde, il radicale scostamento dall’ambientalismo democratico si era sin da subito palesato con l’uscita degli USA dagli accordi sul clima di Parigi.
Stazioni di ricarica: Trump dichiara guerra agli EV
Un’email pubblicata da The Verge recita chiaramente: “Poiché la GSA sta lavorando per allinearsi all’attuale amministrazione, abbiamo ricevuto l’indicazione che tutte le stazioni di ricarica di proprietà della GSA non sono critiche per le nuove politiche. Né i veicoli di proprietà dello Stato, né quelli privati potranno ricaricare presso queste stazioni di ricarica una volta che saranno fuori servizio“.
La comunicazione sembra essere destinata a circolare internamente tra gli uffici federali nel corso dei prossimi giorni. Una volta annullati i contratti che tengono in vita le stazioni di ricarica, queste verranno definitivamente spente. Una mossa a sorpresa, in netto contrasto con le politiche di Joe Biden: l’ex-Presidente aveva promosso la conversione all’elettrico della flotta federale statunitense.
Un vero “spreco”, quello ordinato da Donald Trump, che la GSA dovrà cercare di tamponare: a marzo 2024 erano stati ordinati oltre 58.000 veicoli elettrici e la costruzione di ulteriori 25.000 punti di ricarica. Questi veicoli sembrano destinati ad essere accantonati, anche se ancora non è chiaro se questi verranno venduti o semplicemente messi a deposito.
La rincorsa dell’Europa sull’infrastruttura di ricarica
Il contrasto tra Stati Uniti ed Europa è bianco/nero. Se Donald Trump dichiara guerra all’elettrico, tecnologia sulla quale l’acerrimo nemico Xi Jinping punta forte, l’Europa ammette soltanto piccole correzioni alle proprie politiche. È atteso il nuovo piano strategico per l’industria automotive, che dovrebbe rispondere alle esigenze delle case automobilistiche, nonostante il disappunto di chi punta sulle BEV.
Ma le politiche industriali non possono fermarsi ai limiti sulle emissioni. Le tanto temute multe alle case che non rispettano i limiti di CO2 sono soltanto una piccola parte di un tema ben più grande. Convincere la popolazione generale a compare EV è una delle chiavi per ridare spinta al mercato. Un’operazione che, secondo qualcuno, deve passare per un nuova cultura dell’elettrico.
C’è poi la questione dell’infrastruttura di ricarica. Uno studio di Repower mostra un parziale collegamento tra la diffusione dei punti di ricarica con il numero di elettriche vendute. La rete deve essere ampliata: in Italia, ad esempio, sono ancora troppe le regioni che non offrono soddisfacenti soluzioni agli automobilisti.
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Foto Copertina: Donald Trump via X
Fa semplicemente bene Trump. Ormai le macchine a pila hanno fatto una pessima figura.