Stop ai motori termici dal 2035, il governo proporrà all’Unione Europea una proroga per “ripensare” la riforma: “L’elettrico non sta in piedi”.
Centrodestra pronto a chiedere una proroga sullo stop ai motori termici previsto dalla UE nel 2035. Il mercato dell’auto elettrica stenta a decollare, nonostante gli ingenti investimenti promossi da aziende e Paesi membri del Consiglio europeo. Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin: “Il divieto va rivisto, lo considero un’assurdità” (LaPresse).
Si prospettano settimane intense per l’industria automotive. Mancano pochi mesi al primo step del percorso che dovrebbe portare allo stop alla produzione di veicoli con motori termici. A partire dal 2025, entreranno in vigore nuove norme sulle emissioni medie delle nuove automobili vendute: queste subiranno un taglio del 19%, scendendo al di sotto dei 93,6 grammi per chilometro.
Per il passo successivo bisognerà poi attendere altri cinque anni, fino al 2030, quando le emissioni verranno ulteriormente ridotte del 55%. Secondo la tabella di marcia proposta dall’Unione Europea, nel 2035 ci sarà, infine, lo stop definitivo alla produzione e alla vendita di vetture dotate di motori termici. Addio a diesel, gasolio e benzina, quindi, e benvenuti elettrico, idrogeno e carburanti sintetici.
Stop ai motori termici, cosa accadrà nel 2035
A partire dal 2035, le case automobilistiche non potranno più produrre né vendere vetture dotate di motori termici. Un divieto che non toccherà il mercato delle automobili usate né la circolazione di vetture immatricolate entro il 31 dicembre 2034. La normativa avrà quindi un impatto diretto sull’industria automotive, ma non sulla popolazione, la cui transizione all’ecologico richiederà più tempo.
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Alcune deroghe alla nuova normativa europea sono già previste: i piccoli produttori (<1000 esemplari prodotti all’anno) possono considerarsi totalmente esentati dal provvedimento; le case che, invece, producono fra le 1000 e le 10.000 auto all’anno – è il caso di Ferrari e altri marchi di auto sportive – saranno esentate dai target intermedi e avranno un anno in più per adeguarsi (2036).
L’obiettivo è coronare il sogno del Green Deal, raggiungendo la cosiddetta “neutralità climatica“, e quindi l’impatto zero per quanto riguarda l’inquinamento da gas serra, entro il 2050. Un traguardo indubbiamente ambizioso, che richiede necessariamente una totale transizione alla mobilità sostenibile. Le tempistiche, tuttavia, stanno creando non poche preoccupazioni.
L’obiettivo del governo
I dati sull’elettrico mettono in allarme governi e aziende. Se il mercato mostra comunque una crescita costante, al 2024 i veicoli sostenibili rappresentano il solo 12% della quota totale in Europa (Corriere della Sera). Fra i Paesi dell’Unione, l’Italia resta indietro, costringendo ad un conseguente rallentamento delle fabbriche che producono tali vetture.
In un intervento a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio, Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sottolinea la sua proposta per l’Europa: anticipare la data di revisione sullo stop ai motori termici (originariamente prevista al 2026) già al 2025. L’obiettivo dovrebbe poi essere quello di ripensare la strategia della transizione definitiva alle automobili sostenibili.
Più netto, invece, il ministro Pichetto Fratin: “Era una visione ideologica, dall’impostazione dirigista, che le condizioni attuali di mercato ci dicono che non sta più in piedi. Il divieto dei motori endotermici va rivisto, lo considero un’assurdità, e lo dico convinto che il motore elettrico farà la parte del leone“.
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