Nel primo giorno da Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump agisce già in tema elettrico: la strategia è opposta a quella dell’Europa
Donald Trump già attivo sull’elettrico: nel primo giorno da Presidente, i suoi ordini esecutivi mostrano una strategia opposta all’Europa. La nuova amministrazione elimina l’obiettivo stabilito da Joe Biden, secondo cui il 50% di tutte le nuove auto vendute negli Stati Uniti entro il 2030 doveva essere elettrico. È già netto lo strappo con il Vecchio Continente, che continua, invece, a perseguire i propri piani verso il 2035.
Sono bastate poche ore e gli Stati Uniti hanno già cambiato volto. Donald Trump, fin dai primissimi ordini esecutivi, vuole rendere netto il taglio rispetto al passato. Tra le decisioni del nuovo Presidente, quella di ritirare gli USA dagli accordi sul clima di Parigi e dall’OMS e di concedere la grazia a 1500 imputati per l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Protagonista del nuovo corso presidenziale anche l’industria automotive. Donald Trump ha infatti firmato un ordine esecutivo per revocare le politiche sui veicoli elettrici (EV) dell’amministrazione precedente. Salta, quindi, l’obiettivo proposto da Joe Biden di portare le vendite di automobili elettriche al 50% del totale entro il 2030. Ma i passi indietro degli Stati Uniti potrebbero non finire qui.
Trump, automobili elettriche: potere al consumatore
È evidente che la filosofia trumpiana sia ben diversa, per quanto concerne la promozione delle nuove tecnologia ecologiche. Un riflesso chiaro della diversa visione sul ruolo del governo federale nell’influenzare il mercato e affrontare le questioni climatiche. Obiettivo dichiarato è quello di proteggere il diritto del consumatore di scegliere il tipo di motorizzazione più adeguato alle proprie esigenze.
Donald Trump ha già espresso la volontà di eliminare, o quantomeno rivedere, anche i sussidi federali per l’acquisto di EV, come il credito d’imposta di 7.500 dollari che attualmente incentiva i consumatori a passare a mezzi più ecologici. In programma anche un ammorbidimento degli gli standard sulle emissioni, permettendo la vendita di un maggior numero di veicoli a benzina.
L’industria automobilistica, che ha già investito miliardi nello sviluppo di veicoli elettrici e nelle tecnologie ad essi associate, potrebbe subire un duro colpo da questi cambiamenti. Con un ambiente normativo meno favorevole, almeno Oltreoceano, le case automobilistiche si trovano ad un bivio: se l’Europa continua ad imporre i propri obiettivi climatici, gli USA premieranno strategie alternative.
In Europa non si cambia: gli obiettivi climatici restano ben saldi
Soltanto poche settimane fa, l’Unione Europa si era dimostrata ben ferma riguardo alle normative sulle emissioni nel settore automobilistico. A nulla sono valse le pressioni provenienti sia da alcuni governi nazionali che dall’industria automobilistica stessa. Wopke Hoekstra ha dichiarato – e poi ribadito – che non ci saranno revisioni anticipate delle normative previste per il 2025.
L’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA) ha stimato che, senza adeguamenti alle normative, l’industria potrebbe affrontare sanzioni fino a 15 miliardi di euro a partire dal 2025, risorse che altrimenti potrebbero essere destinate a investimenti nel settore.
Tuttavia, in una recente intervista per Bloomberg, Hoekstra ha ribadito che non si aspetta queste stime vengano rispettate. L’Unione Europea farà in modo di supportare i costruttori di automobili, ma senza (eccessivi) ripensamenti: molte società, d’altronde, stanno facendo pressione affinché gli obiettivi climatici siano raggiunti, dopo gli ingenti investimenti nel settore.
L’unica vera ammissione è sulla competitività: in Europa è passata in secondo piano, riconosce il commissario europeo per il clima. Restano da capire le prossime mosse della Commissioni.
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Foto Copertina: @GlobeEyeNews via X