Formula 1

F1 | Leclerc e Hamilton squalificati a Austin, ma spunta un interessante retroscena

Secondo le ultime indiscrezioni, il piano iniziale della FIA post GP di Austin prevedeva solamente l’ispezione delle vetture di Lewis Hamilton e Charles Leclerc, risultate poi irregolari alle verifiche tecniche.

Secondo le ultime indiscrezioni, il piano iniziale della FIA post GP di Austin prevedeva solamente di ispezionare le vetture di Lewis Hamilton e Charles Leclerc, risultate poi irregolari alle verifiche tecniche. Dopo diverse ore di attesa, la federazione ha quindi deciso di squalificare i due piloti per eccessiva usura del plank. Le altre due vetture ispezionate, invece, ovvero quelle di Max Verstappen e Lando Norris, sono poi risultate conformi al regolamento.

Hamilton Leclerc FIA Austin
La FIA squalifca Leclerc e Hamilton dal GP di Austin: il retroscena © F1

La FIA squalifca Leclerc e Hamilton dal GP di Austin: il retroscena

“Abbiamo selezionato due vetture per il controllo post-gara e le abbiamo ispezionate”, ha affermato Tim Goss, direttore tecnico della FIA, tornando sulle polemiche generate al termine del GP di Austin. “Il controllo richiede un po’ di tempo, e abbiamo scoperto che erano dalla parte sbagliata del regolamento. Questo ci ha fatto preoccupare”.

“Volevamo capire se il problema fosse sistematico e se avesse a che fare con quella gara o con le condizioni di quella gara. Abbiamo quindi deciso di selezionare altri due team e altre due vetture, che si sono rivelate essere quelle di Verstappen e Norris, e di controllarle. Dopo averle controllate, abbiamo scoperto che erano al limite e che tutto andava bene”.

Alla vigilia del weekend in Messico, Lewis Hamilton ha affermato che molte altre vetture sarebbero risultate irregolari, qualora la federazione avesse deciso di effettuare controlli a tappeto. A pagare sono stati però soltanto lui e Charles Leclerc, venendo estromessi dalla classifica finale.

Perchè la FIA non ha controllato tutte le vetture?

Il fatto che il 50% delle vetture ispezionate non abbiano passato le verifiche ha fatto scattare un campanello d’allarme, ed in molti tra tifosi e addetti ai lavori si sono chiesti perché non controllare l’intera griglia. Goss ha tenuto a spiegare perchè ciò non è stato possibile:Non si tratta solo di infilare un righello o un calibro di profondità in un foro e misurare lo spessore di un pattino”.

“In realtà dobbiamo smontare parte della vettura. Il controllo richiede circa mezz’ora. Se ci fossero due equipaggi a controllare tutte le vetture, si tratterebbe di cinque ore di lavoro, dopo di che si dovrebbero segnalare le vetture ai commissari. Forse il risultato della gara verrebbe fuori circa 6/7/8 ore dopo la fine della gara. Non credo che questo sia accettabile per lo sport”.


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Anche Dave Robson Head of vehicle performance in Williams, ha espresso diverse perplessità sull’operato della FIA: “Penso che il modo in cui il regolamento viene applicato al momento, ovvero testare tutte le auto alla fine di ogni gara, non sia pratico”.

“Ci vorrebbe così tanto tempo che tutti sarebbero frustrati. Penso che i controlli a campione e la severità della sanzione siano sufficienti a far sì che, nella maggior parte dei casi, la maggior parte o tutte le vetture siano legali. Quindi, penso che vada bene così com’è”.

Se è vero che il regolamento da un lato parla chiaro, dall’altro la FIA avrebbe forse dovuto tenere in considerazione alcuni fattori, in primis l’elevata asperità del circuito texano. In secondo luogo, il poco tempo a disposizione dato dal format sprint non ha permesso alle squadre di trovare il set-up ideale, altro dettaglio che potrebbe aver inciso sull’irregolarità di Mercedes e Ferrari.

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