La coesistenza nella stessa competizione di classi e vetture dalle specifiche così diverse porta il WEC alla ricerca costante di un equilibrio nelle prestazioni. Per la stagione in corso, il campionato Endurance affianca a EoT e BoP un nuovo sistema. Debuttano nel WEC i cosiddetti success handicap e success ballast, già apprezzate conoscenze della European Le Mans Series. Vediamo come entreranno in azione nel secondo appuntamento stagionale, la 6 Ore del Fuji di ottobre.
Le prime “vittime” in LMP1 wec handicap
Il bollettino pubblicato dalla FIA Endurance Committee mette in pratica le regole annunciate a inizio stagione. Il sistema prevede un aumento del tempo sul giro di circa tre millesimi per ogni chilometro percorso dalle vetture LMP1 davanti all’ultimo della classe (in questo caso, la Ginetta #6, senza penalità).
Questo comporta un aumento di peso pari a 7 chili per la Rebellion #1, unica R-13 schierata al Fuji, e di 34 chili per l’altra Ginetta. La questione si fa più complessa per le ibride Toyota. La #7 vede rivisti i limiti di potenza rilasciata al ribasso (da 4,15 MJ a 3,02 MJ e da 46,4 MJ a 43,3 MJ per ibrido e benzina) e perde 1,6 kg di serbatoio. Il tempo sul giro perso calcolato è pari a 1″4, mentre perde “solo” 1″ la #8.
Cambiamenti in GTE-Am
A fare il suo debutto il classe AM è invece il sistema del success ballast, prestito diretto dalla European Le Mans Series. Trattasi di un semplice aumento di peso delle vetture in base al loro piazzamento nella gara precedente e a quello in classifica generale. Le prime penalizzate sono quindi la Ferrari di Nielsen, Collard e Perrodo (30 kg) e quella schierata da MR Racing (10 kg), mentre saranno 20 i chili caricati sulla Aston Martin works.
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