Formula 1Interviste

F1 | Coppia Verstappen-Norris in Red Bull? Un dream team impossibile secondo Marko

Verstappen-Norris rivali in Red Bull come Senna-Prost in McLaren: uno scenario che Marko vuole evitare.

Verstappen e Norris in Red Bull? Un dream team impossibile per Marko – Credits: AP Photo/Luca Bruno

La coppia formata da Max Verstappen e Lando Norris potrebbe funzionare in Red Bull. Entrambi sono ottimi amici e ci sarebbe un clima più sereno.

Tuttavia, in Formula 1, l’amicizia non è contemplata quando si corre nella stessa scuderia e si punta al medesimo obbiettivo. Si possono mantenere buoni rapporti, ma una volta che si scende in pista, subentra la competitività. E la regola in questo sport è la seguente: il compagno di squadra è il tuo primo avversario.

Prima della pausa estiva circolavano voci di un interesse della Red Bull verso il giovane pilota inglese della McLaren. La possibilità che l’accordo si concluda è, però, pressoché impossibile. La presenza dell’olandese, prossimo alla conquista del suo terzo titolo, non consentirebbe a Helmut Marko di costruire il suo dream team in Red Bull.

Verstappen è velocissimo, un dominatore assoluto. Norris è giovane, ha fame di vittoria, e coltiva il sogno di diventare campione del mondo di F1. Non si possono tenere due galli nello stesso pollaio.

In un’intervista con Motorsport-Magazin, il consigliere della Red Bull ha confidato che la coppia Verstappen-Norris funziona sulla carta, ma solo per il divertimento dei giornalisti e del pubblico. Se invece si pensa al bene della squadra, le cose cambiano. “È meglio se si ha una certa gerarchia in cui è chiaro chi sia il più veloce“.

In linea di principio non abbiamo mai un ordine stabile. Ma la squadra nel suo complesso, l’atmosfera e la competitività non devono risentirne, ha continuato Marko al giornale tedesco. “Se hai due stelle così, potrebbe non andare bene.” E, come esempio, ha citato una delle più famose rivalità nella storia della Formula 1: Ayrton Senna e Alain Prost si occupavano solo dei loro interessi e mettevano la squadra in secondo piano“.

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