Nelle prime due gare della stagione è emersa la superiorità della Red Bull RB19 anche a DRS aperto: cosa riesce a sfruttare la vettura di Newey?
Nei primi due Gran Premi dell’anno la velocità della Red Bull RB19 con il DRS ha impressionato tifosi e addetti ai lavori. Infatti, la nuova vettura di Newey ha raggiunto una top speed di 343 km/h a Jeddah. Questo dato è di gran lunga superiore a quanto fatto registrare da tutti gli altri team, con Haas che si ferma a 337 km/h e Ferrari a 333. A stupire è stata la facilità con la quale Max Verstappen è riuscito a risalire dalla 15esima piazza, sorpassando i suoi avversarsi ancor prima che finissero i rettilinei. Se la nuova RB19 riesce ad essere così efficace nei rettilinei con e senza DRS aperto, il merito è dell’intero pacchetto ala posteriore-beam wing-diffusore. L’interazione tra questi tre elementi risulta essere fondamentale per estrarre prestazione sia sul dritto che in curva.
L’efficacia del pacchetto Red Bull
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Dalla vista frontale dell’ala posteriore possiamo porre l’attenzione sul raccordo tra endplate e flap. Si nota che Red Bull adotta una soluzione la cui corda (distanza tra bordo d’entrata e bordo d’uscita di un’ala) risulta essere paragonabile nei confronti di Ferrari ma più ristretta rispetto a Mercedes. Dunque, la W14 svilupperà più carico aerodinamico in quella zona della vettura che, di contro, produce anche maggiore resistenza all’avanzamento.
Il team di Milton Keynes utilizza forme morbide, prive di spigoli, a differenza di Mercedes. Vengono dunque generati vortici più deboli che garantiscono una maggiore efficienza aerodinamica dell’ala.
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Tuttavia, l’efficienza della RB19 non è da imputare esclusivamente al design dell’ala posteriore. Quest’ultima deve essere in grado di interagire al meglio sia con la beam wing che con il diffusore. Quando il DRS è chiuso, la zona di bassa pressione presente alle spalle dell’ala posteriore favorisce la massa d’aria passante dalla beam wing a restare aderente sulla superficie della beam wing stessa. Si evita così la separazione e, dunque, si genera maggior carico aerodinamico. Questo si unisce anche al principio di funzionamento del diffusore. Con una zona di bassa pressione presente al di sopra di esso, si riesce ad avere maggior estrazione dal fondo vettura che si traduce in una maggior portata d’aria ed a un carico aerodinamico prodotto maggiore.
Non appena il DRS viene aperto, la beam wing, e di conseguenza anche il fondo, andranno a generare meno downforce a causa di una diversa interazione con l’ala posteriore. Spesso nell’ambito delle corse viene utilizzato in modo parzialmente improprio il termine “stallo” per descrivere la seguente situazione.
La conseguenza più importante è da ricercare sulla resistenza all’avanzamento. Questa, in alcuni casi, viene ridotta nonostante sulla superficie aerodinamica vi sia separazione del flusso. Ponendo lo sguardo verso il posteriore di Ferrari, Red Bull e Mercedes si notano importanti differenze.
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Il team di Milton Keynes è l’unico tra i tre ad utilzzare un diffusore con i bordi molto smussati. Come scritto in precedenza, con forme morbide si generano vortici meno forti ma, d’altra parte, si ha uno sfruttamento minore dei volumi a disposizione da regolamento. Inoltre, la beam wing utilizzata da Red Bull si presenta con forme più aggressive rispetto ai rivali. La vettura di Adrian Newey a Jeddah disponeva di una beam wing a singolo profilo con corda accentuata.
Nel complesso, la RB19 è in grado di utilzzare ali posteriori con carico aerodinamico paragonabile a Ferrari ma, di contro, riesce ad avere le velocità di punta migliori in griglia. Mercedes, invece, adotta ali più cariche che denotano una mancanza complessiva di downforce che si riflette anche nelle prestazioni in rettilineo. La vettura di Milton Keynes ha mostrato di essere la migliore in griglia per distacco. Tutte le sue componenti formano un connubio perfetto sia dal punto di vista aerodinamico, che meccanico che motoristico. A stupire è l’efficienza aerodinamica della RB19 e la sua poca incisione sul degrado gomma. Sarà dunque molto complicato per gli avversari avvicinarsi alle prestazioni del nuovo gioiello di Adrian Newey, con il team che si è sempre imposto negli anni anche sull’efficacia degli sviluppi.
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