Non di rado abbiamo letto critiche di piloti in merito a penalità e le relative regole o anche alle gare sprint ed è quindi lecito domandarsi se le opinioni dei piloti contino davvero.
Come giusto che sia per migliorare la qualità del prodotto, nel paddock della Formula 1 c’è sempre qualche argomento oggetto di discussione. Ultimamente i temi più caldi riguardano le gare sprint e le regole con le rispettive penalità e talvolta ad esprimere le proprie opinioni o muovere anche critiche sono stati gli stessi piloti.
I pareri negativi dei piloti sugli argomenti citati sopra (e non solo) lasciano spazio per delle domande lecite. Le opinioni dei piloti contano qualcosa? I piloti si sentono ascoltati nelle loro idee?
Nella conferenza stampa post sprint in Brasile, Lando Norris ha affermato che “non importa ciò che diciamo. Le nostre scelte raramente sono effettive.” in merito ad eventuali proposte sul format sprint; sulla regola recentemente introdotta, che lo stesso britannico ha definito ‘stupida’, ha aggiunto: “Di nuovo, non abbiamo voce in capitolo in queste regole. Vengono semplicemente implementate, non importa se pensiamo siano positive o no per lo sport“.
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Ma allora, i piloti devono farsi sentire di più?
Le dichiarazioni riportate sopra potrebbero lasciar intendere che i piloti non siano presi sufficientemente in considerazione. Ci si chiede dunque se, in quanto membri della GPDA (Grand Prix Driver Association, associazione dei piloti, formalmente senza poteri) i piloti debbano alzare la voce. Al fine di evitare fraintendimenti, tra i primi tre classificati è intervenuto per primo proprio Norris.
“Siccome probabilmente titolerai ‘i commissari non ascoltano quello che dicono piloti’, ma di certo non ho detto questo. Ho solo detto che non abbiamo il controllo delle decisioni. Naturalmente, loro ascoltano noi e loro lo accettano, ma se all’improvviso chiediamo ‘puoi farlo per favore’, ovviamente lo ascoltano, ma non significa che sarà qualcosa che cambierà immediatamente; a volte vale per il futuro. Quindi non citatemi erroneamente.” ha detto il #4.
È quindi la volta di Verstappen, in prima linea contro l’attuale format della gara sprint: “Penso che a volte ci siano troppe regole da tenere in considerazione e anche troppa politica per fare un cambiamento o una decisione. Naturalmente mi piacerebbe, come GPDA, avere voce in capitolo. Io stesso vorrei essere il proprietario della F1 se potessi, capite cosa intendo, ma non è il mondo reale. Ma sì, continuiamo a esprimere le nostre preoccupazioni, ma anche ciò che è stato fatto correttamente. E manteniamo quel dialogo, cerchiamo di mantenerci, diciamo, aperti; cerchiamo di farci ascoltare sempre e ascoltiamo anche noi. Proviamo a comunicare e vedremo cosa ne verrà fuori nei prossimi anni”.
Perez: “Sarebbe bello se la GPDA potesse influire di più”
Per concludere, Sergio Perez auspica invece una maggior considerazione nei confronti della GPDA: “Penso che sarebbe bello se la GPDA potesse influire di più, perché la GPDA non è solo un singolo pilota; è il consiglio, è la maggioranza di tutti noi che vive questo sport e sì, sarebbe bello vedere che nel prossimo futuro si tenga maggiormente in considerazione il parere della GPDA come associazione”.
Anche il messicano ha avuto da ridire sull’attuale format della sprint, proponendo un’altra idea.
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