Analizziamo la dinamica dell’incidente di Romain Grosjean in Bahrain, le conseguenze sulla vettura e le possibili cause dell’incendio

La scena del primo giro di questo GP del Bahrain 2020 è una di quelle che non vorremmo vedere mai in F1 e che richiama gli incidenti di epoche ormai lontane. Le prime immagini chiare dell’incidente di Grosjean hanno ricordato infatti la dinamica dei due terrificanti incidenti avvenuti a Watkins Glen nel 1973 e nel 1974 costati la vita a François Cevert e Helmuth Koinigg, con il telaio che perfora il guard-rail. A questa già terribile situazione si è aggiunto anche l’incendio del carburante, inaudito sulle F1 moderne. Romain Grosjean ne è fortunatamente uscito sulle sue gambe (sebbene traballante), con alcune ustioni alle mani. Analizziamo con calma l’accaduto.
La dinamica

Dopo il primo complesso di 3 curve Grosjean si trova davanti a Kvjat, Latifi e Russell, con Raikkonen che è uscito sul lato sinistro della pista. Ha davanti a sé Sainz, Vettel e Magnussen, i primi due affiancati e il suo compagno di squadra subito dietro.
A questo punto decide di spostarsi sul lato destro della pista, tagliando però la strada a Kvjat, che non può fare nulla per evitarlo. La posteriore destra della Haas salta sopra l’anteriore sinistra dell’Alpha Tauri, e perde il controllo. Non si vede bene la velocità sui display, ma sappiamo che Grosjean aveva appena inserito la settima marcia, con Kvjat, più lento, ancora in sesta, per una velocità iniziale tra i 240 e i 260 km/h.
La Haas sbanda verso destra, e si scontra quasi frontalmente contro un guard rail, a qualche metro da una strada di accesso. L’urto avviene a 221 km/h, con un picco di decelerazione istantanea di 53 g e un angolo di 75°, il che provoca il cedimento delle due lame inferiori, sotto cui passa l’intera monoscocca, mentre contemporaneamente ruota in senso orario e trasla lungo la pista.
Fortunatamente l’Halo squarcia la terza lama del guard-rail, proteggendo la testa del pilota ginevrino, che avrebbe potuto subito conseguenze forse letali con le vetture di tre anni fa. La cellula di sicurezza e il motore si staccano, il retrotreno rimane dall’altra parte della barriera. C’è subito una gran palla di fuoco, causata dall’incendio del carburante.
Il rullino dell’incidente
Dal video della FOM, a 50 frame al secondo, si possono notare diverse cose interessanti. L’impatto avviene 45 frame (0,9 secondi) dopo lo scontro con Kvjat, con la luce posteriore che si accende nel frame dopo indicando una frenata tardiva mentre uno dei cerchi si rompe. La penetrazione del guard rail fino al roll-bar è completa in nemmeno un decimo di secondo.
15 frame dopo il primo impatto, quindi circa 3 decimi di secondo dopo vediamo una piccola luce, che poi diviene rapidamente una palla di fuoco: è l’innesco dell’esplosione, che è nella zona tra motore, batteria e serbatoio. La sfera arancione si nota circa 2 frame dopo, e si espande rapidamente. La separazione della vettura si può dire terminata dopo 0,5 secondi dal primo urto.
A questo punto tre domande possono venire spontanee: perché c’era solo un guard-rail in quella posizione, perché la vettura si divisa in due, e perché ha poi preso fuoco.
Perchè c’era solo un Guard Rail? grosjean incidente bahrain
Il Bahrain International Circuit, inaugurato nel 2004, è uno dei più apprezzati circuiti della nuova era. Come tutti questi circuiti è anche dotato di una sicurezza di primo ordine, e di vie di fuga asfaltate immense. E tuttavia, abbastanza ironicamente, la scena che abbiamo visto ricorda appunto quelle di circuiti anni ’70 come il Glen. Questo è dovuto in parte al posizionamento particolare delle barriere.
Nella foto aerea in alto potete notare come il circuito abbia una rientranza dopo la terza curva per consentire l’accesso alla configurazione Paddock del circuito, una delle 6 di questo circuito modulare.
Le barriere quindi tornano verso il circuito con un angolo di circa 15° rispetto alla pista, avvicinandosi alla carreggiata per consentire l’accesso ai commissari di percorso. Nessuno aveva mai pensato che si potesse uscire in quel punto, dove normalmente si è già in rettilineo e in pieno sulla sinistra della pista, né tantomeno che l’impatto sarebbe stato quasi perpendicolare al guard rail, da cui la scelta di questa protezione.
grosjean incidente bahrain
I guard rail e i new jersey sono pensati infatti per traiettorie parallele alle barriere e quindi per urti laterali, in cui l’auto ha una componente della velocità parallela alla barriera molto superiore a quella perpendicolare, e la barriera deve smorzare solo quest’ultima, rettificando la traiettoria. Per gli urti frontali si impiegano la gomme e le TEC PRO, che hanno una superiore capacità di attenuare l’impatto, come abbiamo visto nel brutto incidente di Ghiotto a Sochi.
Il guard rail poteva essere quindi in una posizione leggermente diversa, più parallela al tracciato, consentendo un impatto meno perpendicolare e meno violento. Se questo avrebbe effettivamente evitato la penetrazione o meno, o ancora avrebbe peggiorato le cose, sarà responsabilità dell’indagine della FIA stabilirlo, così come ci aspettiamo un’indagine sull’efficienza del guard rail in questione.
Perché la vettura si è divisa in due? grosjean incidente bahrain
Le vetture di F1, per motivi di peso e di rigidità , hanno il motore portante, ovvero il telaio monoscocca racchiude solo le sospensioni anteriori, la cellula di sopravvivenza del pilota e il serbatoio alle sue spalle, e il motore è attaccato con 6 bulloni alla scocca, mentre il cambio e le sospensioni posteriori sono imbullonate al motore, che li sostiene.
Sebbene sia molto raro, è dunque possibile per il motore staccarsi dal telaio, considerando anche la notevole torsione subita dai bulloni nell’impatto, e la presenza di un paletto del guard rail che ha aiutato a tagliare in due la monoposto. Sia il motore che il telaio hanno infatti ruotato in senso orario durante l’impatto, finendo in direzione opposta a quella di marcia ma da due lati del guard rail.