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F1 | Impeding e “casi Verstappen”: quando la FIA dimentica di consultare i piloti

Dopo Monza, il problema degli impeding in F1 è divenuto ancora più spinoso del passato, con fin troppi “casi Verstappen” lasciati impuniti.

Max Verstappen si è reso protagonista, insieme ad altri suoi colleghi, dell’ultima polemica nata in F1 attorno agli impeding. Se prima del Gran Premio di Monza i piloti “lottavano” per la posizione in pista, creando situazioni spesso pericolose o al limite del ridicolo, adesso si fermano addirittura in corsia box pur di creare del gap con i rivali.

F1 Impeding Verstappen
George Russell “blocca” la pit lane nelle qualifiche del Messico – @FOM

Attaccare la FIA è un po’ come sparare sulla Croce Rossa, in certi casi. Non perché la Federazione sia del tutto incolpevole difronte alle sue oggettive mancanze, ma perché, talvolta, l’ingenuità dei commissari e del Direttore Gara sembra fin troppo palese. Il problema degli impeding in qualifica ne è la più plateale dimostrazione.

A Monza, Niels Wittich, Race Director della Formula 1, aveva introdotto la regola del “tempo massimo” sul giro di lancio, per le qualifiche. L’obiettivo era evitare il crearsi di pericolosi trenini di monoposto prima dell’Alboreto (la Parabolica), che sarebbero diventate temibili birilli da evitare per chiunque fosse nel giro lanciato.

Certo, ad una prima impressione può apparire come una mossa furba, che finalmente farà rigare dritto i piloti. Nessuno vuole un ripetersi di Monza 2019. Ecco, però, che il genio degli eroi del volante supera in arguzia quello dei commissari: se il cronometro parte dalla seconda linea della Safety Car, basta fermarsi prima. Ed ecco Max Verstappen che, a Singapore come in Messico, inchioda in corsia box.

Tutti vogliono una soluzione, nessuno sa quale sia

Lo stesso Max Verstappen ha dichiarato, dopo il Messico, che un tavolo di discussione con la FIA è necessario. Per stessa ammissione dell’olandese, però, la soluzione è tutt’altro che scontata. Tornare indietro non risolverebbe il problema, ma è anche evidente che le cose non possano restare così.


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È dello stesso parere anche Toto Wolff: “Noi non vogliamo che ci siano impeding in assoluto, non vogliamo gente bloccata in pit lane. Quindi come possiamo fare? Capisco che è meglio fermarsi in pit lane piuttosto che intralciare qualcuno in pista, ma non sembra comunque la soluzione giusta. Qualcuno potrebbe comunque non riuscire a fare il giro“.

Penso che la FIA debba sedersi ad un tavolo con i piloti e i direttori sportivi e chiedersi quale sia lo scopo di tutto questo“. La domanda che viene spontaneo porsi, in questi casi, è soltanto una: come mai questo fantomatico “tavolo” dovrebbe riunirsi soltanto adesso? Decisioni che riguardano le manovre dei piloti in pista non dovrebbero essere prese soltanto dopo aver discusso con i suddetti?

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