Il tifo “tossico” è ormai parte della F1: le ragioni dietro al fenomeno e il valore delle campagne di sensibilizzazione FIA.
“Racepect”. Così gli organizzatori del GP del Messico hanno soprannominato la campagna di sensibilizzazione verso i tifosi che avrebbero preso parte al weekend sulle tribune dell’Hermanos Rodriguez.
L’obbiettivo era quello di far si che la battaglia rimanesse in pista, e non certo sugli spalti. La bordata di fischi nei confronti di Leclerc ha detto altro.
Ma facciamo un passo indietro.
La Formula 1 si è da sempre distinta da altri sport per il clima di rispetto che si viveva in tribuna. Lo spettacolo in pista veniva prima del tifo ed anzi condividere una giornata in autodromo con tifosi di altri team era (ed è) un’esperienza, specie per le diverse nazionalità che si incontrano.
Negli ultimi anni, tuttavia, complice la diffusione della F1 sui social, qualcosa è cambiato. L’odio ha iniziato a serpeggiare nelle discussioni tra tifosi, con la situazione resasi poi palese con l’enorme strascico di polemiche che ha seguito la stagione 2021.
Quanto accaduto, poi, al GP del Messico di quest’anno è significativo del livello che il tifo “tossico” ha ormai raggiunto anche in F1.
Messico: punto di caduta o di inizio?
Max Verstappen ha dovuto superare i cancelli dell’autodromo di Città del Messico scortato da alcuni uomini della sicurezza. Charles Leclerc, reo – secondo il tifo messicano – di aver messo fine alla corsa del beniamino Perez, è stato bersaglio di fischi ed insulti durante la cerimonia post gara. E proprio il contatto tra il ferrarista e Checo ha scatenato una rissa tra tifosi nella sezione del Foro Sol.
“Ospitiamo la F1 da otto anni e ci siamo resi conto che il pubblico sta cambiando“, ha commentato Federico Rodriguez, a capo dell’organizzazione del GP messicano.
“Si tratta di un fenomeno proveniente da altri sport. Siamo quindi tornati a spiegare che la F1 è diversa, la battaglia si svolge solamente in pista“.
Proprio in quest’ottica è stata diffusa la campagna “Racepect” ed ora anche altri circuiti valutano di seguire l’esempio messicano.
“Siamo orgogliosi dell’influenza che ha avuto sui nostri tifosi. La maggior parte di loro si è comportata in modo rispettoso. Non possiamo che ringraziare il supporto dell’intera comunità della Formula 1 per la diffusione del nostro messaggio“, ha spiegato Rodriguez.
“Max ha avuto un accoglienza fantastica“, ha poi fatto eco il Team Principal Red Bull Horner. “Non posso che fare un plauso ai tifosi messicani per il sostegno“.
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Una campagna riuscita a metà, verrebbe da pensare, specie considerando quanto successo con Leclerc. Ma pur sempre un primo passo.
Come confermato dallo stesso Horner, anche la drastica riduzione di pass ha contribuito a rendere il Paddock più vivibile.
“Quest’anno la situazione era decisamente migliore. Anche soltanto per andare in bagno“, ha scherzato l’inglese.
Resta da capire se e in che misura le campagne adottate dalla FIA produrranno risultati. La sensazione è che in questa stagione 2023 il dominio di Verstappen abbia assopito le rivalità, con i soli fan di Perez adirati nei confronti dell’olandese.
Ma se Liberty Media dovesse ottenere il tanto inseguito scontro mondiale sino all’ultima corsa? In quel caso si potrà valutare il percorso di sensibilizzazione intrapreso dalla FIA. Sino a quel momento, non si può che continuare a lavorare.
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