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F1 | Motori 2025: accordo ufficiale entro Monza, oppure deciderà la FIA

Forte e chiaro il messaggio della FIA: se entro il GP di Monza non arriva l’accordo ufficiale sui motori 2025, sarà la Federazione a decidere.

Motori 2025 accordo FIA
Fonte: Motorsport.com

Forte e chiaro il messaggio della FIA: se entro il GP di Monza non arriva l’accordo ufficiale sui motori 2025, sarà la Federazione a decidere. Entro il 12 settembre i motoristi impegnati in Formula 1 devono, quindi, avere pronto l’accordo che definisce le linee guida delle nuove power unit utilizzate a partire dal 2025. In caso contrario, la FIA avrà mano libera per stilare il regolamento che riterrà più opportuno, che sarà sicuramente oggetto di proteste e discordie, per la power unit che verrebbe utilizzata, in questo caso, a partire dal 2026. L’attuale power unit persisterebbe ancora per un anno. Ricordiamo che entro il 2026 bisogna firmare un nuovo Patto della Concordia.

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Al momento e dopo la riunione dei vertici dei marchi coinvolti in Austria, ci sono solo tre cose su cui c’è accordo: carburante carbon neutral -noto anche come e-fuel-, mantenimento dell’ibridazione e drastica riduzione dei costi. Ma a parte questo punto di partenza molto basilare praticamente nulla è stato deciso. Il problema non sono gli obiettivi, ma il modo per raggiungerli mantenendo l’aura che la F1 ha della massima espressione tecnologica e del livello di prestazioni desiderato.

Costi esagerati?

Christian Horner ha sottolineato che i motori attuali costano circa 1.700.000 euro per unità. L’idea è di dimezzare tale costo. Non è impossibile. Pensiamo alla attuale Indycar. Certo, i motori Indycar per ora non hanno l’ibridazione, anche se i prossimi l’avranno, seppur più semplice. Ma il prezzo pagato dalle squadre è poco più del costo di produzione. L’investimento in ricerca e sviluppo, almeno in buona parte,  si sviluppa da parte del produttore. Si dice che Mercedes abbia speso più di 400 milioni di euro per definire il suo primo propulsore ibrido meno di un decennio fa e che abbia messo al lavoro 1.000 ingegneri. Non è il caso che questo si possa ripetere. Sembra che i grandi capi accettino di non dover spendere più di 85 milioni di euro per lo sviluppo.


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Non tutti sono d’accordo

Renault-Alpine preferisce mantenere l’attuale motore a scoppio e sostiene che affrontare una spesa extra affinché entri un nuovo marchio non è accettabile.

Mercedes preferisce mantenere un V6 attuale. Un V6 “snello” e più semplice richiede un investimento extra.

E alla Ferrari, contrariamente a quanto si potrebbe presumere, non sono contro un 4 cilindri, ma vogliono rilevanza della tecnologia delle loro auto sportive di prossima produzione, secondo Tobias Grüner di Auto Motor und Sport. Sono anche in disaccordo con la potenza del MGU-K. Volevano raggiungere i 400 kilowatt, con motori termici oltre i 600 cavalli, ma il recupero di energia attraverso l’asse posteriore ha dei limiti per renderlo compatibile con la guida, il che porterebbe alla realizzazione di una F1 4×4, che gli ingegneri non vogliono per ragioni di peso e volume e una modifica totale delle vetture.

Posizioni che sembrano molto disparate e contrapposte, ma che finiranno per convergere. Sicuramente preferiranno un pessimo accordo rispetto alla FIA che impone le proprie decisioni.

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