Enzo Ferrari diceva “Amo pensare che la Ferrari può costruire piloti quanto macchine”. Ad oggi, dopo 10 anni di attività, la Ferrari Driver Academy è probabilmente il posto migliore per un pilota per crescere: aiuto economico, crescita tecnica e fisica, formazione personale e preparazione all’interazione con i media.
La Ferrari Driver Academy compie 10 anni. Nel 2009 fu infatti creato il junior team della Ferrari, il cui primo membro fu Jules Bianchi. Mentre nell’ultimo decennio la Red Bull ha sfornato piloti oggi nelle migliori categorie del motorsport, la Ferrari sta provando a rubarle il primato, con tanti giovanissimi molto promettenti!
L’idea nei primissimi anni del nuovo millennio Ferrari Driver Academy
Tutto nacque nel 2001 circa, quando Ferrari osservò la crescita di Felipe Massa. Il brasiliano fu poi mandato alla Sauber per tre stagioni (dal 2002 al 2005) mantenendolo comunque sotto contratto.
Da allora, 17 piloti sono cresciuti a Maranello; Sergio Pérez fu il primo ad arrivare in F1 con la Sauber per poi stabilirsi in McLaren prima e Force India successivamente. Invece, Jules Bianchi fu il primo ad entrare nel dicembre 2009 in questo programma e presto sarebbe arrivato in Ferrari, se non fosse stato per il tragico avvenimento di Suzuka 2014.
Charles Leclerc è stato invece il primo pilota della Ferrari Driver Academy ad arrivare in F1 con la Scuderia di Maranello.
Tanti giovani interessanti
Il vincitore della F3 2019 Robert Shwartzman è il cavallino da tenere d’occhio più degli altri con Schumacher. Supportato da SMP Racing, Shwartzman è nella FDA dal 2018 e prenderà parte alla prossima stagione della F2. Il russo ha le idee chiare e potrebbe seguire le orme di Leclerc, che vinse GP3 e F2 da rookie per poi salire in F1.
Mick Schumacher, ultimo innesto della Ferrari nel gennaio 2019, ci ha messo circa metà stagione per ambientarsi alla F2. Imprevisti (vedi Austria o Russia) hanno impedito al tedesco di lottare al vertice quando aveva il passo per farlo, mascherando la sua costante crescita nel corso della stagione. La stagione cruciale sarà la prossima, quando sarà affiancato in Prema proprio da Shwartzman.
Tra i due principali candidati per un possibile sedile in F1, potrebbe insidiarsi Marcus Armstrong. Nella FDA dal 2016, Armstrong è stato leggermente inferiore a Shwartzman nell’ultima stagione in F3, ma in F2 avrà una bella opportunità con la ART, da sempre una scuderia top in F2.
Leggermente più indietro nelle gerarchie Callum Ilott e Giuliano Alesi, anche loro in F2 l’anno prossimo: saranno ben 5 i piloti FDA in F2 l’anno prossimo!
Ancora alle prime armi Enzo Fittipaldi e Gianluca Petecof, quest’anno impegnati rispettivamente in F4 italiana e tedesca e Formula Regional.
Tipologia di lavoro
Per essere un pilota, non basta avere tanto talento e forza nel piede destro. Essere un pilota richiede tanto sforzo anche mentale e la Ferrari prepara i propri piloti anche in questo campo, cosa assolutamente non da poco.
- Il training di biofeedback consente di allenare le abilità di auto-regolazione psicofisiologica per migliorare la gestione dello stress agonistico, il controllo delle risposte emozionali sotto pressione e le capacità di recupero psicofisiologico.
- Il training di neurofeedback si basa sul controllo dell’attività corticale e permette di modulare l’attività cerebrale durante l’attività agonistica.
- Infine, il training neurocognitivo è basato su protocolli computerizzati che sfruttano i principi della plasticità sinaptica per migliorare diversi processi specificamente coinvolti nel motorsport (attenzione visuospaziale, concentrazione e memoria, decision making).
Inoltre, le attività di mental coaching hanno l’obiettivo di migliorare l’auto-efficacia e favorire il massimo rendimento attraverso un processo autonomo di apprendimento e miglioramento continuo.
“La nuova generazione di piloti deve fare esperienza non solo guidando, ma anche migliorando la propria cultura a 360 gradi, coprendo anche quegli aspetti tecnici generalmente di competenza esclusiva degli ingegneri. Attraverso l’impiego di un modello didattico basato sulle esperienze, abbiamo programmato una serie d’incontri teorici in classe e a livello pratico durante alcune delle sessioni con l’obiettivo di educare i piloti ad impiegare al massimo il proprio talento, imparare a fare esperienza e comunicare con il proprio Team. Infatti, uno degli scopi di tali sedute di coaching è proprio quello di rafforzare lo spirito di squadra e anche per questo FDA organizza svariate attività tecniche, sportive e culturali che coinvolgono tutti i membri della FDA.” è la spiegazione offerta dalla FDA riguardante la scelta di questa tipologia di allenamenti.
A questo link, ecco un esempio delle attività proposte dalla FDA – in questo video al FDA – Camp Livorno 2019.
Battute le altre scuderie?
Ferrari sembra quindi avere tanti piloti dall’elevato potenziale, di più e migliori – in prospettiva e per quanto dimostrato – rispetto alle altre Academy.
La Red Bull ha avuto per anni l’etichetta di miglior junior team, ma è noto a tutti il fallimento di Dan Ticktum e di Pato O’Ward e la cattiva gestione di Helmut Marko di piloti come Kvyat e Gasly. In questo momento, Juri Vips e Dennis Hauger sono i migliori potenzialmente sotto contratto con gli austriaci. Però sono entrambi molto giovani ed è ancora presto per ipotizzare un futuro prossimo in F1.
Per quanto riguarda Mercedes, ha un unico colpo in canna: George Russell. Lasciati andare Wehrlein, ora arruolato proprio in Ferrari, e Ocon, l’unico pilota che corre in monoposto è Paul Aron, ma anch’egli è reduce da una stagione in F4 senza aver brillato particolarmente. Sembra molto promettente il giovanissimo (13 anni!) Andrea Kimi Antonelli.
Renault ha purtroppo perso Anthoine Hubert, che aveva mostrato ottime cose nella prima parte di stagione di F2 da rookie, ma può contare su Guanyu Zhou, ex FDA, e Christian Lundgaard, quasi certamente entrambi in F2 nel 2020.
McLaren ha invece fallito con Vandoorne e De Vries, ora compagni in FE. Tuttavia, ha portato in F1 Lando Norris che non ha certo sfigurato nella stagione del debutto.
In sintesi, la Ferrari ha un orticello che promette molto bene e al momento più degli altri: bisogna solo continuare a coltivarlo!
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