Addio a Toto Cutugno. Il cantautore italiano ha fatto cantare anche un pilota Ferrari in F1- VIDEO

È morto Toto Cutugno. Il cantautore italiano si è spento oggi all’età di 80 anni. Le sue canzoni avevano ispirato anche un pilota Ferrari in F1.

A 80 anni, compiuti a luglio, il cantautore di Fosdinovo si è spento oggi all’ospedale San Raffaele di Milano. A dare la notizia all’ANSA è il suo manager Danilo Mancuso che il cantante, dopo una lunga malattia, si era aggravato negli ultimi mesi.
Le canzoni di Toto Cutugno sono state cantate anche in F1.

Toto Cutugno Sebastian Vettel Ferrari Team Radio F1

Il cantautore italiano era il simbolo della musica italiana anche all’estero. L’Italiano, una delle sue canzoni più celebri, era stata cantata anche in Formula 1 da un pilota Ferrari.

Era il 19 settembre 2015 e Sebastian Vettel aveva appena conquistato la pole position del Gran Premio di Singapore. Sulle stradine della città stato, il pilota tedesco si apre al team radio e intona una versione modificata della canzone di Toto Cutugno.

“Lasciatemi guidare, perchè non sono lento. Lasciatemi guidare, una gara bella”.

Un team radio di buon auspicio per il quattro volte campione del mondo che la domenica trionfò davanti alla Red Bull di Daniel Ricciardo e l’altra Ferrari di Kimi Raikkonen.

Quello di Singapore non è stato l’unico team radio cantato di Sebastian Vettel. In occasione dell’ultimo team radio con la Scuderia di Maranello, Vettel ha cantato un’altra canzone italiana: “Azzurro” di Adriano Celentano.

Anche in questo caso l’ex pilota, che si è ritirato dalle corse al termine del 2022, ha modificato il testo della canzone per esprimere i suoi sentimenti dopo sei stagioni in Ferrari:

“Voi siete la squadra rossa, appassionati, non vi arrendete mai.
La mia fermata sta arrivando, mi è piaciuto stare con voi.
Ho sentito la vostra magia, la sensazione straordinaria
Ragazzi, vi ringrazio per avermi…mi mancherete
Un saluto, a tutti voi a Maranello, meritate di essere menzionati qui
E adesso, io quasi quasi vi dico addio e vi auguro,
auguro di essere felici ma ancor di più di essere sani
Tarara, Tarada. Grazie!”

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