Una delle macchine più ricercate del Salone dell’Auto di Torino 2019 è l’Alfa Romeo Sauber C37 F1 del 2018, guidata da Marcus Ericsson e Charles Leclerc. Sebbene si tratti di una versione espositiva di una stagione passata, dandovi uno sguardo più da vicino è possibile carpire alcuni dettagli che contribuiscono a rendere le Formula 1 odierne le macchine da corsa più veloci del mondo.
La Sauber Alfa Romeo C37 splende sotto i riflettori serali del Salone del Valentino 2019. La monoposto del 2018 di Charles Leclerc e Marcus Ericsson si presenta ai visitatori con la livrea 2019. Alcuni dettagli tuttavia, come l’ala anteriore conforme al vecchio regolamento o il layout delle prese d’aria, non ingannano gli occhi più esperti e rivelano la vera identità della monoposto. Pur trattandosi di una Formula 1 del 2018, è comunque possibile osservare da vicino alcuni dettagli tecnici diffusi ancora oggi su tutte le monoposto del circus iridato. Analisi tecnica
Partendo dall’ala anteriore, in cima all’ultimo flap è possibile osservare un bordino che corre lungo tutto il profilo superiore. Si tratta del flap di Gurney, presente anche su altri profili aerodinamici tra cui l’ala posteriore. Il Gurney agisce come un piccolo muro, con lo scopo di rallentare l’aria nella parte superiore dell’ala. Dal momento che l’aria perde di velocità, la sua pressione sale. Dall’altro lato del profilo invece, il flusso mantiene la sua normale velocità e quindi la sua pressione sarà più bassa rispetto all’aria nella parte superiore. Grazie a questa differenza di pressione, si genera una forza dall’alto verso il basso che aumenta il normale carico aerodinamico generato dall’ala.
S-duct e mozzo ruota
Sempre nella parte anteriore della vettura è visibile il l’s-duct. Si tratta di un condotto interno al musetto, che prende aria dalle due aperture anteriori. L’aria entra dentro al canale e fuoriesce nella parte superiore del musetto grazie ad uno sfogo nella carrozzeria. Una delle funzioni dell’s-duct è quella di pulire i flussi, che fuoriescono dallo sfogo superiore in maniera più ordinata, migliorando l’efficienza aerodinamica della parte posteriore della vettura. Inoltre, lungo il canale l’aria viene deviata verso l’alto. Per il principio fisico di azione reazione quando un corpo, in questo caso l’aria, riceve una forza, esso reagisce con una forza uguale e opposta. Per questo motivo, l’aria spinta verso l’alto reagisce con una forza sulla macchina diretta verso il basso, aumentando il carico aerodinamico e l’aderenza.
Dando un veloce sguardo alle ruote invece, sono visibili delle piccole alette che fuoriescono dal mozzo, il cui scopo è centrare le pistole pneumatiche durante le operazioni di cambio gomme, velocizzando il pit-stop di pochi ma fondamentali decimi. Analisi tecnica formula 1
Il fondo vettura analisi tecnica formula 1
Spostandosi verso il retrotreno della vettura, si notano i soffiaggi, ossia le piccole aperture nella parte laterale del fondo, nella zona davanti alle ruote posteriori. I soffiaggi servono a creare dei vortici d’aria nella parte sottostante alla vettura, chiamati minigonne pneumatiche. Così come le minigonne in uso in F1 negli anni ’70, la funzione di questi vortici è di sigillare la zona sotto al fondo vettura dall’ambiente esterno, aumentando il carico aerodinamico complessivo della monoposto.
Il fondo vettura si ricollega al discorso del diffusore. Come anticipato in precedenza, quando l’aria aumenta di velocità, la sua pressione diminuisce. Se la pressione dell’aria nella parte inferiore della macchina è più bassa che nella parte superiore, allora sulla vettura agisce una forza verticale diretta verso il basso, il famoso carico aerodinamico. Quanto maggiore sarà la velocità dell’aria sotto al fondo vettura quindi, tanto più bassa sarà la sua pressione e quindi maggiore il carico aerodinamico.
L’importanza del diffusore
Lo scopo del diffusore è accelerare l’aria nella parte inferiore del fondo. Se la pressione fuori alla sezione di uscita del diffusore, quindi dietro alla monoposto, è inferiore rispetto a quella interna, allora l’aria viene risucchiata verso l’esterno. Pertanto anche i flussi sotto la macchina vengono accelerati, perdendo quindi di pressione e, in base a quanto detto prima, aumentando il carico aerodinamico.
Lo scopo dei progettisti è garantire un’area di bassa pressione in uscita dal diffusore. Questo è ottenuto grazie all’ala posteriore, che nella parte inferiore genera una zona a bassa pressione. Per questo motivo, osservando la macchina dall’alto è possibile notare che l’ala è posta dietro al diffusore, esattamente alla sua fine.
La Formula 1 è uno sport di precisione e anche i più piccoli dettagli possono fare la differenza.