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F1 | Red Bull mangiatrice di piloti: anche Algersuari vuota il sacco sul metodo Marko

Jaime Algersuari, ex pilota Toro Rosso nonché uno dei tanti fatti fuori da Helmut Marko negli anni, ha voluto anch’egli parlare del modo in cui l’austriaco è solito trattare i giovani talenti del vivaio Red Bull.

Jaime Algersuari, ex pilota Toro Rosso nonché uno dei tanti fatti fuori da Helmut Marko negli anni, ha voluto anch’egli parlare del modo in cui l’austriaco è solito trattare i giovani talenti del vivaio Red Bull. L’ex pilota spagnolo, che ha militato a Faenza per 3 stagioni dal 2009 al 2011, venne poi appiedato proprio per far spazio a Daniel Ricciardo, che diventerà pochi anni dopo un punto di riferimento per la scuderia di Milton Keynes.

Algersuari Marko Toro Rosso
Anche Algersuari ”smaschera” Marko: il racconto dell’ex Toro Rosso © RN365

Anche Algersuari ”smaschera” Marko: il racconto dell’ex Toro Rosso

”Ho ottenuto il mio primo contratto a 15 anni come pilota ufficiale per un costruttore italiano, Intrepid”, racconta lo spagnolo. ”Non ho mai pensato di diventare un pilota di F1, non era nemmeno un obiettivo. Volevo solo diventare un pilota professionista di go-kart”.

“A un certo punto, ho ricevuto una telefonata da Helmut Marko per la selezione dei piloti dello Junior Team Red Bull in Portogallo nel 2005. Sono andato lì, a soli 15 anni, nel bel mezzo della mia stagione scolastica. Ho lasciato la scuola per un paio di giorni. Sono andato a fare questi test in una Formula BMW, che ovviamente sono andati molto bene, e ho ottenuto il mio primo contratto con la Red Bull. È così che è iniziato tutto”.

La grande occasione in Formula 1

Dopo una rapida scalata nelle formule minori, ed essersi laureato campione nella Formula Renault Italia e nella F3 britannica, Red Bull decise di offrigli la grande chance di una vita, piazzandolo a sorpresa in Toro Rosso nel bel mezzo della stagione 2009 al posto di Bourdais.

“Helmut mi ha sempre messo sotto pressione, ma credo che mi abbia aiutato molto. Molti lo criticano per le sue maniere, ma io penso che sia la cosa giusta da fare. In fin dei conti, la Red Bull sta pagando per la tua carriera, sta facendo molti sforzi e investimenti per te. Se diventi un pilota di F1 e hai l’opportunità di guidare una macchina vincente, devi vincere”.

“Tutto era una strategia della Red Bull. Volevano che facessi esperienza per il 2010, e il modo in cui volevano farlo era buttarmi nel mezzo della stagione, finendo le gare e cercando di ottenere questa curva di crescita, dalla prima all’ultima gara. È stato molto difficile da vedere, ma credo che ci siano stati degli aspetti positivi”.

Le stagioni 2009 e 2010 non hanno rappresentato un grande exploit per Algersuari, il quale riuscì ad ottenere solamente 5 punti in 27 gare. Le cose andarono molto meglio nel 2011, con lo spagnolo che ottenne ben 26 punti, 11 in più del compago di squadra, e chiudendo il mondiale al quattordicesimo posto. Tuttavia, proprio nell’anno migliore, il sogno di Algersuari andò in frantumi improvvisamente.

La fatidica chiamata di Helmut Marko

“È stato tutto così strano”, racconta Alguersuari. “Ho ricevuto una telefonata da Franz Tost, durata un minuto, e mi ha detto che aveva brutte notizie, che Red Bull non avrebbe più supportato entrambi i piloti, tutto qui. Ho chiamato Helmut. Pensavo fosse uno scherzo. Lui mi ha detto che non poteva farci nulla”.

“So che la decisione non era basata sui risultati o su una questione di tipo sportivo. Si trattava di qualcos’altro, ma non so cosa. È stato un peccato perché questi ragazzi erano la mia famiglia e mi avevano sostenuto da quando avevo 15 anni. Non mi sarei mai aspettato che il modo in cui mi hanno salutato sarebbe stato così”.

“Detto questo, devo dire che sono ancora molto grato per quello che hanno fatto. Mi hanno dato la possibilità di diventare un pilota di F1, di guidare per la Toro Rosso e di vivere un’avventura meravigliosa nella mia vita”.

L’addio alla Formula 1 ed il ruolo da test driver in Pirelli

Dopo il turbolento addio come pilota ufficiale, Algersuari decise di accettare il ruolo offerto da Pirelli come test driver, disputando due stagioni al servizio della casa italiana.

“Mi sentivo così frustrato per la situazione. Non sapevo come affrontarla. Ricevetti una telefonata dalla BBC e nel 2012 ho partecipato a telecronache di gare di F1, ma ho sofferto molto. Non capivo come potessero esserci piloti che avevo battuto per tutta la vita, avevo fatto la mia migliore stagione, avevo appena detto no a un contratto con la Lotus, e poi ritrovarmi all’improvviso ero fuori dalla F1…”.


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“Poi ho ricevuto una telefonata da Paul Hembery della Pirelli. Ho fatto dei test per loro, il che è stato positivo, perché sono riuscito a tornare in macchina, a fare un po’ di chilometri e a capire le gomme. Ho ricevuto alcune telefonate da altri team, che erano interessati a farmi salire a bordo per guidare per loro. Ma chiedevano soldi, che io non avevo, e quindi non sono riuscito a tornare in F1″.

Dopo l’esperienza in Pirelli ed una breve parentesi nella neo nata Formula 1, Algersuari decise di appendere il casco al chiodo ufficialmente a fine 2015. Lo spagnolo è poi tornato a correre sui go kart in Spagna nel 2021, ma una frattura alla costola gli impedì di proseguire la stagione.

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