Bernie Ecclestone ha criticato duramente la gestione da parte di Liberty Media della Formula 1, accusando Greg Maffei & Co di aver americanizzato troppo lo sport e di aver tirato troppo la cinghia con la serie Netflix Drive To Survive.
Bernie Ecclestone ha criticato duramente la gestione da parte di Liberty Media della Formula 1, accusando Greg Maffei & Co di aver americanizzato troppo lo sport e di aver tirato troppo la cinghia con la serie Netflix Drive To Survive negli ultimi anni. Con i GP di Las Vegas e Austin in programma tra fine Ottobre e Novembre, infatti, il circus avrà fatto capolino per ben tre volte negli Stati Uniti nel 2023, consentendo a Formula 1 di penetrare sempre più nel mercato americano.
Un nostalgico Ecclestone si scaglia contro la gestione Liberty Media e Netflix
“Le gare che stanno facendo in America le ritengo completamente folli”, ha dichiarato l’ex patron della Formula 1 al Daily Mail. ”Prendiamo quella di Miami. Il modo in cui l’hanno gestita è stata completamente folle. Hanno cercato di essere americani, mentre noi quando siamo andati là abbiamo cercato di essere pura Formula 1”.
”Forse hanno ragione loro e ho sbagliato io a cercare di mantenere l’essenza della F1. Ma guardo ogni sessione di prove e gara e penso: ‘Mio Dio, ma stiamo cercando di mostrare la F1 o altre cose?’.
Parlando invece della volontà di Liberty Media di aprirsi anche al mondo dello streaming/intrattenimento, il magnate britannico ha commentato: “Netflix li ha un po’ catturati e loro li stanno seguendo un po’ troppo. Netflix li vedrà come intrattenimento solo fino a quando li riterrà un business conveniente. Non è come le nostre vecchie emittenti TV, che sono con noi da sempre”.
Conoscendo il personaggio, era ampiamente prevedibile che il buon Bernie Ecclestone non avrebbe mai visto di buon occhio la direzione intrapresa da Maffei di voler spettacolarizzare sempre più uno sport che, nel 2016/2017, aveva perso nettamente appeal agli occhi degli appassionati.
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Piaccia o non piaccia, le decisioni prese da Liberty Media hanno riportato questo sport ad essere uno dei più seguiti al mondo, ed a toccare vette di popolarità mai raggiunte prima. Sicuramente ad ogni cosa c’è un limite, come ad esempio il continuo aggiungere gran premi ogni anno, che rischia di ”normalizzare” l’attesa dei weekend di gara, oltre ad arrecare uno sforzo non indifferente per gli addetti ai lavori.
Proprio parlando del sempre più crescente numero di gare stagionali, Ecclestone risponde: “Credo che 18 gare siano sufficienti. Noi eravamo arrivati a 20 e pensavo spesso che fossero un po’ troppe. Bisogna pensare ai team. Tra non molto sarà necessario impiegare il doppio del personale. Con 22 o 23 gare ci saranno troppi divorzi”.
“Capisco i detentori dei diritti commerciali, perché stanno firmando accordi a lungo termine e garantiscono un maggior guadagno economico. Ci sono contratti anche di 10 anni. Ma senza ombra di dubbio mi fermerei a 18 gare, più prestigiose”.
È innegabile che la ”cura” Maffei abbia ridato una nuova linfa allo sport. È altrettanto vero però che lo spettacolo in pista non dovrebbe mai passare in secondo piano rispetto allo show televisivo, ed è un qualcosa che, ultimamente, sta forse capitando troppo spesso ai piani alti della Formula 1.
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