Il GP di Germania è diventato quello che, in gergo, si chiama “classico istantaneo”. Domenica abbiamo assistito a una gara ricca di eventi che, fino alla settimana scorsa, avremmo definito impossibili o irripetibili. Un GP di Germania (e un meteo) così lunatico meritano un commento a tema, e Aurora e Paolo, come sempre, provvedono con le Bwoahgelle.
Robert Kubica: 20 luglio 1969
Aurora: Poco più di cinquant’anni fa, Tito Stagni annunciava in diretta televisiva il compimento dell’impresa più leggendaria della storia dell’umanità: l’allunaggio dell’Apollo 11. In contemporanea, sulla seconda rete, i commentatori sportivi celebravano un altro Gran Premio a punti per Robert Kubica. Sì, forse il polacco non è davvero rimasto a digiuno per cinquant’anni. La sua Williams, però, è più simile all’Apollo 13 che all’Apollo 11. Di conseguenza, anche un piccolo passo per l’uomo diventa un grande passo per Grove.
Paolo: Allora l’atterraggio sulla luna sembrava una cosa impossibile, eppure ce l’abbiamo fatta. Così i primi punti del polacco. Per l’ennesima volta abbiamo la dimostrazione che il talento si vede nelle difficoltà e Kubica è riuscito a sfruttare a pieno il suo scaldabagno a motore nella pista tedesca. Il confronto con il compagno è impietoso, sempre dietro in qualifica e in gara… Però Kubica un punto l’ha guadagnato, Russell ancora 0. Polonia 1 Gran Bretagna 0. Scacco matto Churchill!
Daniil Kvyat: Luna r(u)ssa Bwoahgelle GP Germania
Aurora: Wikipedia ci rende edotti su questo fenomeno raro, quasi quanto un podio di una scuderia che non si annoveri fra i top team. “La radiazione luminosa deve oltrepassare una quantità maggiore di polveri e turbolenze dell’aria [d’altronde, curva 16 ha chiamato a sé tanti motori]. Tale azione è più efficace con i raggi a frequenze più elevate, di colore blu [Pierre, sei tu?], e meno con quelli a frequenze più basse, di colore rosso [perché nemmeno Torpedo poteva nulla contro la furia di Seb].
Paolo: Anche qui abbiamo gridato al miracolo più che alla scienza, ma il magico russo in terra tedesca ha risvegliato istinti invernali e tramite un’ottima gestione di gara riesce a finire sul podio. Stranamente Torpedo non miete vittime, anche se tutti i tifosi hanno avuto paura e non poco durante il sorpasso di Seb. Più che luna rossa io la chiamerei luna blu chiara, come i colori della scuderia italiana che in Germania coglie il secondo miglior risultato di sempre.
Mercedes: Eclissi lunare totale
Aurora: Questi curiosi fenomeni sono di grande interesse scientifico per la loro particolare rarità. Gli appassionati, poi, non disdegnano di rivolgere gli occhi al cielo per ringraziare chiunque goda della loro fede religiosa per aver donato loro uno spettacolo che ha dell’incredibile. Un po’ come la debacle delle Frecce d’Argento in quella che voleva essere una gara di casa. Il cielo sembrava sgombro sabato. Il cono d’ombra, però, ha colpito la domenica.
Paolo: Come un mirabile spettacolo che avviene rarissimamente, il quasi doppio ritiro non si verificava da Austria 2018. Dopo l’eclissi delle rosse il sabato, la domenica tocca alle brillanti stelle d’argento che non riescono a brillare e splendere sotto il cielo coperto di Hockenheim. Consoliamoci, tifosi della F1: nessuno sa quando avverrà di nuovo un evento simile ma noi comunque potremmo dire di averlo visto e di aver ringraziato il cielo per uno spettacolo così magnifico.
Pierre Gasly, Lewis Hamilton, Haas, Renault: Mare delle Crisi
Aurora: Andiamo, c’è davvero bisogno che si commenti oltre?
Paolo: Dispersi solo Dio sa dove, non fanno notizia. Come tutti gli esperimenti andati in malora, Haas, Renault, Gasly sono solo un effige di quello che potrebbero essere. La notte è davvero buia per loro e la luna tarda ad arrivare, o chiamano Valerio Maioli (colui che ha realizzato l’impianto luci di Singapore) o davvero non hanno speranza.
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