Nonostante in molti, tra cui il team principal della Red Bull Christian Horner, ritengono che la debacle di Singapore non sia da ricondurre alla nuova direttiva tecnica, la TD018 potrebbe davvero aver tolto le ali all’astronave RB19.
Nonostante in molti, tra cui il team principal della Red Bull Christian Horner, ritengono che la debacle di Singapore non sia da ricondurre alla nuova direttiva tecnica, la TD018 potrebbe davvero aver tolto le ali all’astronave RB19. Una monoposto pressoché perfetta e senza alcun punto debole fino al weekend appena trascorso, e tra le tante speculazioni delle ultime ore, una teoria potrebbe spiegare perché la direttiva abbia in realtà impattato significativamente sulla vettura anglo-austrica.
La TD039 tagliò le gambe a Ferrari nel 2022: Red Bull farà (forse) la stessa fine con la TD018
Più che una teoria, potremmo parlare di una vera e propria spiegazione tecnica a sostengo della tesi appena esplicitata. Nell’ultimo video di ChronoGP pubblicato sul proprio canale YouTube, infatti, Fabiano Vandone ha cercato di spiegare come una semplice scelta di materiali possa essere stato il pilastro ma anche la lapide della RB19 da qui in avanti.
Come già sappiamo, la FIA è intervenuta per limitare la flessibilità delle componenti aerodinamiche tramite una nuova direttiva tecnica, denominata TD018, che fa seguito alla tanto discussa TD039 dello scorso anno che stroncò la F1-75 nella seconda parte dello scorso campionato.
A differenza di tutti gli altri team, infatti, Red Bull avrebbe sfruttato una zona grigia del regolamento, utilizzando materiali in gomma nei punti di ancoraggio del muso e del pilone dell’ala posteriore, generando un vantaggio non indifferente per quanto riguarda la resistenza all’avanzamento, e conseguentemente sulla velocità di punta.
La zona grigia del regolamento che avrebbe avvantaggiato Red Bull: una questione di materiali
Come menzionato nel video in questione, l’articolo 3.2.2 del regolamento tecnico richiede che ogni team consegni alla FIA la fornitura degli elementi CAD, con quest’ultima incaricata di revisionare minuziosamente il tutto.
Ed è proprio qui che casca l’asino. Nel regolamento, infatti, non veniva specificato che i team dovessero fornire anche i materiali utilizzati per gli elementi in questione, con Red Bull che ne ha approfittato per montare elementi in gomma anziché in carbonio, molto più vantaggiosi da un punto di vista aerodinamico.
La TD018 è nata proprio con lo scopo di correggere quest’anomalia, non permettendo più dunque agli austriaci di utilizzare elementi plastici, limitando di conseguenza il vantaggio tecnico.
Caso diametralmente opposto invece per Ferrari, la quale non è stata intaccata dalla direttiva. Vandone spiega infatti che la SF23 non ha mai usufruito di materiali elastici per cambiare l’incidenza delle ali in rettilineo, potendo contare già su un’aerodinamica ”fissa”.
Liberty Media l’artefice della nuova direttiva che ha frenato Red Bull
Paradossalmente, sarebbe stata proprio Liberty Media a invocare a gran voce l’intervento della federazione, nel tentativo di arginare lo strapotere Red Bull e porre fine ad un calo di ascolti dovuto proprio all’egemonia di Max Verstappen.
Lo stesso Tim Goss, direttore tecnico della FIA, avrebbe rilevato un movimento anomalo dell’ala posteriore sulla vettura del team di Milton Keynes. Ciò favorirebbe l’inclinazione verso il basso e verso il basso nei rettilinei, con annesso miglioramento dell’efficienza aerodinamica.
Leggi anche: F1 | La teoria di Hamilton sul tracollo Red Bull a Singapore
Anche nella zona del muso si sarebbero riscontrate alcune rotazioni anomale, per gli stessi motivi appena citati. In conclusione, l’incubo sportivo subito da Red Bull a Singapore potrebbe anche non essere stato dovuto necessariamente alla TD018. Tuttavia, tale spiegazione rende molto più plausibile il tracollo di Verstappen e Perez in quel di Marina Bay.
La prova del nove l’avremo subito questo weekend a Suzuka. Sulla carta, Red Bull dovrebbe tornare ad occupare il ruolo di prima forza dimostrato ampiamente per tutto l’anno. Tuttavia, in caso di ulteriore flop in Giappone, i dubbi sulla direttiva tecnica potrebbero clamorosamente tramutarsi in realtà.
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1 commento
La zona griglia? Boh,occhio alle cazzate da traduzione….
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