A TCFormula 1Interviste F1

F1 | Il fondatore di Rodin Cars punta il dito contro i team: “Non per tirare mer*a alle scuderie, però…”

David Dicker, fondatore e CEO di Rodin Cars, dopo aver ricevuto la bocciatura dalla FIA per un possibile ingresso in F1 nel 2026, si è scagliato contro le scuderie, quest’ultime contrarie ad a dividere il prize money con un altro team.

David Dicker, fondatore e CEO di Rodin Cars, dopo aver ricevuto la bocciatura dalla FIA per un possibile ingresso in F1 nel 2026, si è scagliato contro le scuderie, quest’ultime contrarie ad a dividere il prize money con un altro team. Inoltre, sempre secondo l’imprenditore neozelandese, l’altissima tassa di diluzione richiesta dalle squadre per compensare l’eventuale perdita economica non avrebbe granchè senso, in quanto l’ingresso di un altro team aggiungerebbe solo valore ad esse.

Dicker Rodin scuderie F1
Dicker punta il dito contro le scuderie dopo il no della FIA per l’ingresso in F1 nel 2026 © Rodin

Dicker punta il dito contro le scuderie dopo il no della FIA per l’ingresso in F1 nel 2026

“La tassa di diluizione non ha alcun senso”, ha sentenziato Dicker a Motorsport.com. Non voglio tirare mer*a ai team, che ovviamente sono esperti di corse automobilistiche, ma non sono sicuro lo siano altrettanto su questioni finanziare. Il valore di una squadra non ha alcun peso in questa diluizione, e l’idea che l’aggiunta di un’altra squadra riduca il valore delle altre è un discorso da pazzi”.

La risposta di Dicker fa seguito alle recenti dichiarazioni di Helmut Marko, il quale si è detto fortemente contrario all’ingresso di un undicesimo team. Secondo il consulente austriaco, infatti, allargare la griglia ad 11 squadre comporterebbe una riduzione del valore di ogni singola scuderie, ed in epoca di budget cap, è una cosa che si vuole assolutamente scongiurare.

“Non succederà”, ribadisce però il CEO di Rodin. ”Perché dovrebbe accadere? E l’unica area in cui c’è una sorta di potenziale diluizione è il montepremi. Il prize money è di 900 milioni di dollari, a quanto mi risulta. Quindi si tratta di 90 milioni di dollari per squadra. Se si aggiunge un’altra squadra, servono altri 90 milioni di dollari. Non si tratta di 200 o 600 milioni di dollari. Tutti i discorsi sulla diluizione non sono razionali”.

“L’altro giorno ho letto un articolo in cui Zak Brown diceva: ‘Con il mio piano otterremmo 70 milioni di dollari o qualcosa del genere e sarebbe fantastico. Quindi, questo non ha nulla a che fare con la crescita dello sport o con il bene dello sport”.


Leggi anche: F1 | Stroll spintona il meccanico e parla a monosillabi alle interviste: il paddock è inferocito


Ammettiamolo, le squadre erano praticamente un caso disperato dal punto di vista finanziario fino a quando Liberty Media ha introdotto il budget cap. Non riuscivano a far funzionare le cose in modo decente dal punto di vista finanziario. Solo Liberty e la FIA li hanno costretti a essere finanziariamente prudenti”.

”Ora la Formula 1 vale davvero dei soldi, e le squadre possono davvero guadagnare. Tutti si comportano come se fosse una loro idea, cosa che sappiamo tutti essere completamente falsa. Spendevano e spandevano e spendevano finché non c’erano più soldi”.

Parole molto dure quelle del fondatore di Rodin, secondo il quale la soluzione ideale sarebbe quella di aggiungere semplicemente altri soldi al prize money, anziché dividerlo ulteriormente con l’undicesimo team entrante.

Ciò cancellerebbe anche qualunque tipo di discussione sulla tassa di diluzione più giusta da applicare. Ad ogni modo, Liberty Media avrà l’ultima parola in merito ad una vicenda che sta facendo discutere l’intera Formula 1.

Seguici anche sui social: TelegramInstagramFacebookTwitter