Dovesse Sergio Perez non rispettare l’obiettivo minimo previsto da Red Bull, ovvero il secondo posto nel mondiale piloti, il pilota messicano potrebbe rischiare seriamente di perdere il sedile prima del previsto.
Dovesse Sergio Perez non rispettare l’obiettivo minimo previsto da Red Bull, ovvero il secondo posto nel mondiale piloti, il pilota messicano potrebbe rischiare seriamente di perdere il sedile prima del previsto. Con Verstappen ad un passo dal terzo titolo consecutivo, il nativo di Guadalaja si trova sì ancora in seconda posizione, ma soltanto con 33 punti di vantaggio rispetto a Lewis Hamilton. Troppo pochi, considerando la disparità di performance tra la RB19 e la W14.
Verstappen non aiuterà il compagno di squadra nella lotta al secondo posto
Come per quanto successe nel GP di Interlagos dello scorso anno, quando Verstappen si rifiutò di aiutare il compagno di squadra nella lotta al secondo posto nel mondiale piloti (persa poi ad Abu Dhabi contro Leclerc), lo stesso dovrebbe aspettarsi Checo quest’anno.
Il messicano dovrà infatti conquistarsi la medaglia d’argento con le sue sole forze, il che sarebbe già un gran risultato, considerando il suo stato di forma attuale.
“Penso che il motivo per cui Red Bull e Verstappen siano stati così dominanti in questa stagione sia dovuto alla vena spietata che hanno sia Max che Christian Horner”, ha affermato Natalie Pinkman nell’ultimo episodio del podcast F1 Nation.
”Sono persone estremamente competitive, meticolose, scrupolose. Hanno un’etica del lavoro incredibile. Ma soprattutto, c’è quella vena spietata di cui hanno bisogno i vincenti, e non si tratta di avere empatia per chi arriva secondo. Cosa ci guadagna Max a farlo?”.
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Anche secondo Pedro De La Rosa, il messicano non riceverà alcun aiuto dall’olandese: “Dipende molto se aiutare il proprio compagno di squadra significa continuare a vincere, va bene. Ma se si rinuncia alle vittorie solo per il gusto di aiutare il proprio compagno di squadra, non è un bene per la squadra. Non è un bene per Max e per nessuno”.
“La vera domanda è: una volta che Red Bull si è già laureata campione nei Costruttori e nel mondiale piloti in pochi giorni, ce n’è davvero bisogno? Cosa significa arrivare secondo per Checo? Significa molto? Se significasse molto, allora capirei un aiuto da parte di Max. Ma deve avere un significato speciale per la squadra e per Checo arrivare secondo”.
“Personalmente, penso che arrivare secondi non significhi nulla. Si finisce comunque dietro al proprio compagno di squadra. Il team ha già conquistato il campionato costruttori, quindi non darei troppa importanza al secondo posto”.
Perez alla resa dei conti: l’obiettivo minimo è il secondo posto nel mondiale piloti
Di una visione differente rispetto allo spagnolo è invece Tom Clarkson, secondo il quale un ipotetico secondo posto in classifica potrebbe salvare il sedile di Perez, almeno a breve termine: “Credo che per Checo arrivare secondo sia una cosa enorme”.
“Se non arriva secondo, con la RB19, la squadra non lo vedrà di buon occhio. Ogni volta che guarderanno i risultati a fine anno, si ricorderanno di come Checo abbia fatto cilecca quest’anno. E credo che questo potrebbe accelerare la sua uscita dalla squadra. Francamente, credo che il suo futuro possa dipendere anche da quel secondo posto”.
“Abbiamo un impegno con lui. Deve arrivare secondo in campionato, abbiamo un contratto”, ha sentenziato invece Helmut Marko, da sempre molto duro con l’ex Racing Point. “È lui che si crea la pressione da solo. Onestamente, chiunque sia il compagno di squadra di Max ha una vita molto dura e difficile”.
Con 6 gran premi ancora e tre sprint ancora da disputare, Perez può ancora vantare più di una gara di distacco tra sé e Hamilton. Tuttavia, vedendoi punti accumulati dal compagno di squadra, quanto prodotto da Checo quest’anno risulta decisamente insufficiente.
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