Dopo quasi un ventennio di grandi successi, Adrian Newey lascerà Red Bull a fine stagione, con il tecnico britannico che ha spiegato le motivazioni che hanno portato all’addio
La notizia era già nell’aria da diversi giorni ma ora è ufficiale: l’era Adrian Newey in Red Bull sta per volgere al termine. Dopo quasi un ventennio di grandi successi, Adrian Newey lascerà la scuderia di Milton Keynes a fine stagione.
Un binomio, quello tra i due, che ha portato alla conquista di ben sei titoli costruttori e sette piloti, in attesa di capire se anche quest’anno i campioni in carica riusciranno a confermare entrambi i titoli, cosa molto probabile vedendo la competitività della RB20.

Negli ultimi tempi si è parlato molto di un Newey scontento del clima venutosi a creare all’interno della squadra, anche alla luce degli sviluppi sul caso Horner che hanno fatto parlare l’intero paddock e non solo per oltre due mesi.
L’inglese non sarebbe stato inoltre contento di essere stato relegato ai margini della divisione Formula 1, con Horner che avrebbe preferito ”dirottarlo” principalmente sul progetto Hypercar RB17, con la vettura prototipo che dovrebbe essere ultimata e presentata entro fine anno.
“Fin da quando ero un ragazzino, volevo diventare un progettista di auto veloci. Il mio sogno era quello di diventare un ingegnere di Formula 1, e ho avuto la fortuna di realizzare questo sogno”, ha spiegato Newey nel comunicato pubblicato pochi minuti fa. ”Per quasi vent’anni ho avuto il grande onore di svolgere un ruolo chiave nei progressi della Red Bull Racing, da neonata a scuderia pluripremiata”.
”Tuttavia, ritengo che sia giunto il momento di passare il testimone ad altri e di cercare nuove sfide per me stesso. Nel frattempo, le fasi finali dello sviluppo della RB17 sono ormai alle porte, quindi per il resto del mio tempo con il team mi concentrerò su questo aspetto”.
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”Vorrei ringraziare le tante persone straordinarie con cui ho lavorato alla Red Bull negli ultimi 18 anni per il loro talento, la loro dedizione e il loro duro lavoro. È stato un vero privilegio, e sono certo che il team di ingegneri sia ben preparato per il lavoro da svolgere per l’evoluzione finale della vettura nell’arco dei quattro anni previsti da questo regolamento”.
”A titolo personale, vorrei anche ringraziare gli azionisti, i defunti Dietrich Mateschitz, Mark Mateschitz e Chalerm Yoovidhya per il loro incrollabile sostegno durante il mio periodo alla Red Bull, e Christian, che non è stato solo il mio partner commerciale ma anche un amico delle nostre rispettive famiglie. Grazie anche a Oliver Mintzlaff per la sua gestione e a Eddie Jordan, mio caro amico e manager”.
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