Formula 1

F1 | Addio ad Alan Rees: è morto l’ex pilota e co-fondatore dei team March e Arrows

Mondo della Formula 1 in lutto: è morto Alan Rees, ex pilota nonché co-fondatore dei team March e Arrows.

Lutto nel mondo della Formula 1: Alan Rees è morto. Il suo nome è legato a due team scomparsi dal Circus, la March Engineering (1969-1992) e la Arrows (1977-2002), di cui era co-fondatore. La prima era nata negli anni Settanta e vantava, tra i suoi fondatori, anche Max Mosley.

Alan Rees aveva 86 anni. Era nato a Langstone, Newport, Monmouthshire (Galles) il 12 gennaio 1938. Figlio di un affermato autotrasportatore, Rees poteva godere di un sostegno finanziario che gli consentì di dedicarsi a tempo pieno alle corse automobilistiche.

Autore: Peter Knights – [email protected]

La sua carriera iniziò nel 1959 al volante di una Lotus 11 sportiva, prima di passare alle monoposto nei primi anni Sessanta, vincendo infine il titolo di Formula Junior nel 1961 con una Lotus 20. Successivamente ha partecipato a tre Gran Premi di F1, senza mai andare a punti. Il suo miglior risultato è stato un settimo posto nel Gran Premio di Germania del ’67, dove partecipò con una vettura di F2.

Tuttavia, l’unica vera e propria gara di Formula 1 alla quale corse fu a Silverstone nel 1967, dove gareggiò con una Cooper-Maserati. In quell’occasione, Rees tagliò il traguardo in nona posizione.

L’anno successivo lasciò la sua breve carriera di pilota per concentrarsi sulle sue attività imprenditoriali. Nel 1969 co-fondò la March Engineering insieme Max Mosley, Graham Coaker e Robin Herd. Nel 1971 passò alla Shadow Racing Cars dove divenne il team principal.

Se ne andò nel 1977 per co-fondare la Arrows. Nel 1996 lui e gli altri fondatori rimasti vendettero il team a Tom Walkinshaw. Dopo la morte di Mosley nel 2021, divenne l’unico co-fondatore rimasto in vita della March.

Alan Rees è morto il 6 settembre 2024 ad Ascot, Berkshire, in Inghilterra. La notizia è stata data tramite Facebook da suo figlio Paul Rees, pilota e conduttore televisivo.

Crediti immagine di copertina: Facebook

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