Continuiamo con le analisi di fine stagione delle varie scuderie: oggi analizzeremo insieme la strepitosa stagione della Toro Rosso, nella quale ha conquistato addirittura 2 podi Analisi stagione toro rosso
I numeri del 2019
Dopo un 2018 difficile, la Toro Rosso rialza la testa e stupisce tutti con una prestazione inaspettata. Il team di Faenza conclude questa grande annata al 6° posto e con ben 85 punti: un risultato sorprendente considerato il punto di partenza. Analisi stagione toro rosso
Dopo solo 12 gare, il team è riuscito ad ottenere più punti rispetto al 2018, numeri impressionanti che hanno stupito la Toro Rosso stessa. In questo modo il team ha eguagliato il miglior risultato della sua storia ottenuto nella stagione 2008.
L’andamento della stagione: due incredibili podi
La Toro Rosso si è mostrata in gran forma fin da subito e ha concluso il primo Gran Premio stagionale con 1 punto ottenuto da Kvyat. Le ottime prestazioni proseguono poi anche nelle due gare successive in Bahrain e in Cina, con il nuovo arrivato Albon che riesce ad ottenere una 9° e una 10° posizione, nonché i suoi primi punti in Formula 1.
Dopo un paio di gare non particolarmente degne di nota, il tracciato di Monaco risulta favorevole alla Toro Rosso: Kvyat e Albon tagliano il traguardo rispettivamente in 7° e 8° posizione. Con questa prestazione, il team di Faenza ha potuto dimostrare di aver prodotto un ottimo telaio che risulta funzionale anche nelle piste ad alto carico aerodinamico.
A seguito della grande solidità mostrata a Monte Carlo, la Toro Rosso ha dovuto mandare giù bocconi amari dal Canada agli Stati Uniti: in 4 gare il team è riuscito ad ottenere solamente 3 punti.
Poi però arriva l’inaspettata prestazione del Gran Premio di Germania, una gara pazza in cui i due alfieri della Toro Rosso sono riusciti a sfruttare ogni piccola occasione. Kvyat riesce nell’impresa di conquistare il secondo podio in assoluto della scuderia: l’ultimo, nonché primo, risale al lontano 2008 con la vittoria di Vettel a Monza.
Dopo un risultato non all’altezza in Ungheria, inizia la pausa estiva che riserva una grande cambiamento all’interno del team: Pierre Gasly terminerà la stagione in Toro Rosso al fianco di Daniil Kvyat.
Seconda parte di stagione
Lo scambio di piloti voluto da Red Bull non sembra però aver sconvolto il team, che si mostra fin da subito determinato a terminare questa inaspettata stagione nel migliore dei modi: in Belgio, il team è riuscito ad ottenere un totale di 8 punti, con la 7° e 9° posizione ottenute da Kvyat e Gasly.
Dal grande flop di Monza, dove Kvyat è stato costretto al ritiro e Gasly non è riuscito ad entrare in zona punti a causa di una serie di eventi sfortunati, il team sembra non trovare più il ritmo dimostrato nella prima parte di stagione. Infatti, nelle successive 6 gare, si susseguono una serie di alti e bassi e il team guadagna una somma corrispondente a soli 9 punti.
Però, dopo un periodo altalenante, è proprio il giovane pilota francese a riportare in alto il team italiano: Gasly taglia il traguardo in 2° posizione e diviene protagonista del GP del Brasile, e regala il secondo podio stagionale alla scuderia. Il finale di quella gara è stato spettacolare: Hamilton e Gasly tagliano il traguardo al foto-finish e l’urlo liberatorio del francese ha lasciato percepire tutta la rabbia accumulata negli ultimi mesi.
La gara conclusiva della stagione ha regalato gli ultimi punti per il team di Faenza, seppur non esente di difficoltà con il KO di Gasly al primo giro.
Un via vai di piloti
La stagione appena terminata non è stata sicuramente una delle più stabili per la Toro Rosso: il team ha dovuto subire la scelta da parte di Red Bull di effettuare uno scambio di piloti.
Il grande cambiamento interno al team è cominciato durante la pausa estiva, quando il Boss della Red Bull, Helmut Marko, ha comunicato via telefono a Gasly che a partire dal GP del Belgio non avrebbe più fatto parte del team e che sarebbe stato declassato in Toro Rosso per mancanza di risultati.
Sicuramente una situazione delicata per la sorella minore della Red Bull: cambiare pilota nel corso dell’anno significa faticare per recuperare quella stabilità che si era venuta a creare nella prima parte di stagione.
Da allora il francese ha ricercato il riscatto, dimostrando un’incredibile energia e motivazione, che gli ha permesso poco alla volta di ritrovare se stesso. A volte una cambio radicare può veramente essere la cosa migliore per uno sportivo: Gasly è riuscito a recuperare quella solidità che sembrava aver smarrito in Red Bull, fino ad ottenere quella strabiliante 2° posizione ad Interlagos.
Le differenze tra i piloti
Daniil Kvyat, l’unico anello solido del team, nella prima parte di stagione è riuscito a ottenere un maggior numero di punti rispetto all’appena premiato Rookie dell’anno, Albon. Ma nonostante ciò, la Red Bull ha comunque preferito promuovere il thailandese rispetto a Kvyat, che nel 2016 aveva già fatto parte del team prima che venisse anch’egli retrocesso.
Nonostante le aspettative fossero sicuramente altre, Gasly ha ritrovato il feeling in Toro Rosso e ha concluso la stagione con ben 32 punti conquistati per il team italiano. Questa volta Kvyat ha perso il confronto con il suo compagno di squadra, ottenendo solo un totale di 10 punti nella seconda parte di stagione.
In Formula 1, non sono solo i punti a decretare quale sia il miglior pilota del momento: anche il confronto in qualifica è importante poiché spesso determinante in ottica gara. Tra Kvyat e Gasly non c’è storia: il francese ha battuto il suo compagno in qualifica ben 6 volte, mentre Kvyat solo 2.
Valutazione finale: 9
I numeri parlano chiaro: l’ultima disputata è stata sicuramente la miglior stagione dal 2008 per il team di Faenza. Con la 6° posizione conquistata in campionato, a soli 6 punti da un team ufficiale come la Renault, la Toro Rosso ha l’obbligo di festeggiare.
Il team italiano non può che essere orgoglioso del grande salto di qualità e dei sorprendenti risultati raggiunti quest’anno, dopo una stagione anonima e sicuramente poco rassicurante nel 2018. I due podi ottenuti da Kvyat e Gasly resteranno nella storia del team, soprattutto considerando che non si tratta di due risultati ottenuti solo con un pizzico di fortuna (che in Formula 1 non guasta mai), ma sono frutto di un duro lavoro e di un equilibrio che mai prima d’ora i nostri torelli italiani erano riusciti a raggiungere. Tutto questo in un anno caratterizzato dal profondo cambiamento interno al team avvenuto durante la pausa estiva.
C’è poco da aggiungere, i risultati parlano da sé: complimenti.