Appena un anno fa, l’allora Force India sembrava vicinissima all’addio definitivo al paddock della Formula 1. Le difficoltà economiche che l’avevano portata sull’orlo dell’amministrazione controllata mettevano a dura prova performance e posti di lavoro. A distanza di poche settimane, poi, abbiamo assistito alla rinascita della squadra sotto l’egida di Lawrence Stroll e con il nome di Racing Point, mantenendo il proprio posto in F1. Ma cosa è cambiato, e cosa si può dire delle prestazioni della squadra in questa prima parte di stagione?
Il bilancio della prima parte di stagione
Quest’avvio di stagione è stato caratterizzato dall’ignavia nei box Racing Point. La squadra sembra aver fatto lo stretto indispensabile per rimanere a galla in un midfield incredibilmente competitivo, senza infamia, ma certamente senza lode. All’attivo dei due piloti ci sono 31 punti per la squadra, suddivisi abbastanza equamente (con uno scarto del 27,78%) fra Sergio Perez e Lance Stroll. L’ottavo posto in classifica costruttori è sicuramente una delusione per una squadra con i mezzi economici e tecnici (motori Mercedes) per fare molto meglio. Le risorse umane, peraltro, non mancano. Stroll delude molto in qualifica, ma recupera con un buon passo gara. Perez, d’altro canto, dimostra di essere un pilota sempre costante e discretamente veloce.
Il confronto con l’anno scorso racing point f1
La differenza punti, in questo caso, parla veramente da sé. Nonostante la squadra abbia concluso la stagione 2018 con 52 punti, ben 59 erano già stati conquistati dopo il GP di Ungheria. Force India fu, all’epoca, costretta a cedere tutti i punti costruttori guadagnati fino a quel Gran Premio per poter garantire la propria permanenza nel circus per il resto del 2018. Un anno dopo, la squadra ha totalizzato esattamente la metà dei punti, oltre ad aver perso, per ragioni squisitamente economiche, un pilota di rilievo come Esteban Ocon. Una squadra all’epoca sottofinanziata era riuscita a fare meglio di squadre decisamente più blasonate, come una McLaren in difficoltà.
La motivazione potrebbe trovarsi anche, e forse soprattutto, nella mancanza di risorse umane. Non è un segreto per i cosiddetti “addetti ai lavori” che i box Racing Point si stiano lentamente svuotando di menti (e braccia) importanti, in cerca di maggiore stabilità e migliori risultati.
Reattività nel trovare il giusto assetto racing point f1
Anche a questo riguardo, sono le stesse dichiarazioni del team a dipingere un quadro quantomeno contraddittorio. La squadra ha capito fin da subito che il concept della RP19 non era adeguato a sostenere l’altissimo grado di competitività offerto dai team di centro griglia nella stagione 2019. Il lavoro nel pre-stagione, quindi, non era stato dei più soddisfacenti. Tuttavia, le modifiche in corso d’opera sono arrivate con una celerità e una efficienza veramente lodevoli. Primo fra tutti è giunto il passaggio dalla galleria del vento Toyota, a Colonia, a quella Mercedes di Brackley. Questo cambiamento ha portato con sé uno stravolgimento della filosofia aerodinamica della vettura, che Otmar Sznaufer aveva descritto addirittura come “una macchina quasi completamente nuova”.
I risultati attesi sono arrivati al Gran Premio di Germania, dove Lance Stroll ha conquistato un’insperato quarto posto, ma non sono stati replicati in Ungheria, con entrambe i piloti doppiati. In sintesi, a non essere chiaro pare il “carattere” della monoposto Racing Point, che non evidenzia punti di forza particolari né peculiari debolezze. Anche in questo caso, non c’è infamia e non c’è lode.
Movimenti di mercato
Attesa calma piatta nei box Racing Point. La posizione di Lance Stroll è consolidata sia dai risultati (comunque positivi) che dall’evidente influenza del padre, investitore di punta del team. Anche Sergio Perez, il cui contratto non è teoricamente rinnovato, sembra ben saldo sul sedile “in rosa”. La sua costanza nei risultati, la mancanza di altri piloti disponibili e il forte ritorno d’immagine in Sudamerica derivato dalla sua presenza lo rendono un investimento solido e decisamente valido per la squadra, sotto il profilo sportivo ed economico.
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