Mario Andretti in una recente intervista ha rivelato che sarebbe tutto pronto per l’entrata del suo nuovo team in Formula 1 nel 2024. Mancherebbe soltanto l’approvazione dei rivali ad avere l’11° squadra in pista.
L’ex pilota italo americano Mario Andretti in una recente intervista ha dichiarato che mancherebbe soltanto l’approvazione da parte della F1 e dei team per ufficializzare l’entrata in Formula 1 nel 2024. Infatti, è da tempo che si discute di una possibile entrata del gruppo Andretti.
Inizialmente il team automobilistico americano aveva provato a comprare alcune squadre che militano ora nella massima categoria. Recentemente, ci furono delle trattative con l’Alfa Romeo Sauber, ma l’accordo non si concretizzò poiché la Sauber voleva mantenere la maggior parte delle quote della squadra.
In una recente intervista a eu.indystar.com Mario Andretti ha rilasciato delle dichiarazioni importanti. Il team del colosso americano si chiamerebbe Andretti Global e avrebbe la sua sede in Inghilterra. Le macchine invece sarebbero realizzate ad Indianapolis (USA) in uno stabilimento ancora in costruzione affianco alla sede del team di Indycar.
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Andretti ha anche dichiarato che l’omonimo team ha inviato la candidatura alla FIA per entrare in F1 e che soprattutto avrebbero già trovato un fornitore di motori. Negli ultimi giorni è stata ufficializzata anche la entry list dei fornitori di motori per il 2023 ed è ricomparsa Honda affianco a Red Bull. La stessa casa giapponese fornisce già i motori ad Andretti in Indycar, quindi, non sarebbe un’ipotesi da escludere quella di un sodalizio tra le due parti.
Anche per quanto riguarda il “Patto della Concordia” si avrebbe la soluzione. L’accordo firmato da tutti i team presenti in griglia impone una tassa di iscrizione per entrare in F1 pari a $200 milioni. Andretti sarebbe però supportato da Group 1001 (una compagnia di assicurazioni americana) che sarebbe pronta a concretizzare l’entrata in Formula 1 nel 2024. Gli Stati Uniti, dopo l’arrivo a tre gare nel calendario di Formula 1, si dirigono verso l’aumento a due squadre presenti nel campionato mondiale, sintomo di un interesse sfrenato che ha raggiunto gli States vogliosi di entrare a capofitto nel business della F1.
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