Mai come nel weekend catalano i limiti SF90 sono emersi in maniera tanto evidente quanto spaventosa: difetto strutturale della monoposto o reale difficoltà ad estrarre il potenziale dalla monoposto? Dopo le due giornate di test in Ferrari sembrano avere idee più chiare. Ferrari Binotto test barcellona
Le due sessioni di test non potevano avere un tempismo migliore: nel momento di massima crisi, tecnica e morale, delle due rosse, la possibilità di macinare chilometri;equivale ad un preziosissimo e decisivo time-out di volley. Ferrari Binotto test barcellona
Mentre molte scuderie si sono;concentrate principalmente nel preparare la particolarissima corsa di Monaco, in Ferrari hanno lavorato nel lungo termine: in particolare, la SF90 di Antonio Fuoco è scesa in pista carica;di sensori per raccogliere infinità di dati che verranno scrupolosamente analizzati a Maranello per comprendere la natura del problema che affligge la rossa del 2019.
Antonio Fuoco commenta così il lavoro compiuto nella giornata di ieri:
“Questa è stata senz’altro una giornata positiva. Abbiamo completato una serie di prove su diverse componenti percorrendo in totale 120 giri. Per quanto riguarda il programma di giornata, al mattino ci siamo concentrati su una serie di short run con diversi tipi di gomme, mentre nel pomeriggio abbiamo lavorato sulla performance con alcuni long run. La vettura era molto divertente da guidare. Abbiamo raccolto tanti dati che ci saranno utili per continuare le analisi sulla SF90 e serviranno anche per verificare la correlazione con il mio lavoro al simulatore. Nel complesso questa giornata per me è stata veramente piacevole. Ringrazio il team per avermi dato l’opportunità di provare in pista”.
Conclusi i test, Mattia Binotto, ai microfoni di Autosport.com, si è espresso sulle concrete chance di trovare la quadra nel corso della stagione:
“Innanzitutto, penso che nello scorso weekend le nostre debolezze siano emerse chiare ed evidenti. Quanto tempo ci voglia per risolverle è una domanda difficile. Credo che al momento sia più importante comprendere come affrontarle, ma sono sicuro che ci riusciremo velocemente.”
Le difficoltà della SF90, come abbiamo noi stessi provato ad analizzare, sembrano venire a galla essenzialmente nelle curve lente. Non sembra quindi esserci un difetto di efficienza aerodinamica, che anzi pare il punto forte della SF90, ma al momento una carenza di downforce rispetto alla W10, combinata alle difficoltà con le nuove gomme, non permette ai piloti Ferrari di percorrere le curve lente alle velocità delle due frecce d’argento, come facilmente intuibile dall’immagine di cui sotto.
Anche dopo le due sessioni di test, Binotto conferma che le gomme Pirelli 2019 continuano ad essere un tallone di Achille per la rossa:
“Le gomme sono un fattore chiave per la performance della vettura e la loro gestione è la chiave per un ottimo rendimento della vettura. Le gomme di quest’anno si comportano diversamente da quelle dell’anno scorso: dal punto di vista della Pirelli, loro hanno raggiunto il loro obbiettivo, queste gomme non soffrono più di blistering, il;che è buono per la sicurezza, ma noi fatichiamo a capirle. Comprenderle, gestirle e ottimizzare le prestazioni fa parte del nostro lavoro e, lasciatemelo dire, certamente non è scontato, non è un compito facile.”
C’è comunque positività percepibile tra;le righe delle parole di Binotto: l’impressione è che la vettura abbia potenziale e che una volta risolte le problematiche della vettura;questo possa essere finalmente espresso. Il destino di questo campionato, probabilmente, dipenderà dal tempo che i tecnici di Maranello impiegheranno per individuare e risolvere quanto impedisce alla vettura di esprimersi.
IndyCar | Anteprima e Orari TV 500 miglia di Indianapolis – Indy500