La candidatura di Andretti è stata ufficialmente bocciata dai detentori dei diritti commerciali della F1, ma di chi è davvero la colpa?
La F1 ha ufficialmente bocciato la candidatura di Andretti, ma di chi è davvero la colpa e cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Il comunicato diramato dalla Formula 1 lascia più di qualche perplessità. Le ragioni delle squadre e di Liberty Media, dal punto di vista tecnico, sono ineccepibili. Eppure non si può non notare un’incredibile dose di incoerenza.

La tanto attesa decisione è arrivata, anche prima di quanto ci si potesse aspettare. La Formula 1 boccia la candidatura di Andretti, diramando un comunicato che racchiude le motivazioni della decisione in sette punti chiave. La questione non si chiuderà certo qui, ci aspettiamo un rapido botta e risposta nei giorni a venire. Non possiamo fare a meno, però, di notare alcuni dettagli.
La bocciatura è scaturita da due questioni principali, l’una economica e l’altra “tecnica”. Se una delle due è particolarmente condivisibile, l’altra lascia davvero perplessi. Il sospetto è che ci sia qualcosa di non detto, in quel comunicato. I rapporti fra squadre e Federazione Internazionale sono tutt’altro che distesi, le accuse ai coniugi Wolff sono state solo l’ultimo degli scandali interni: che il caso Andretti sia un messaggio alla FIA?
Arrampicarsi sugli specchi
Partiamo dalle motivazioni economiche. Secondo la Formula 1, Andretti non porterebbe alcun beneficio finanziario al Circus. Di più, la sua presenza in griglia potrebbe “danneggiare il prestigio del Campionato“. In realtà il punto espresso nel comunicato è molto semplice: il valore aggiunto passa per la competitività e, stando a quanto si legge, le squadre non ritengono Andretti potenzialmente competitiva.
Potremmo citare le molteplici vittorie del team Haas per chiudere qui questo paragrafo, ma non vogliamo limitarci alle battute di spirito. D’altronde, per un’organizzazione che freme dalla voglia di espandersi negli Stati Uniti – è notizia di questo mese la possibile organizzazione di una quarta gara americana, a Chicago – ha perfettamente senso bocciare una squadra con alle spalle General Motors.
Nel comunicato si legge, inoltre, che non sarebbe giusto l’ingresso di Andretti nel 2025 perché obbligherebbe un team alla fornitura di PU. Un contratto così breve, dato il successivo arrivo di Cadillac nel 2028, sarebbe dannoso per lo sport. E dire che Renault si era fatta avanti per riprendere le trattative per quella fornitura, senza alcuna apparente forzatura.
Le colpe di Andretti
Dove le squadre ritrovano motivazioni razionali è sul piano tecnico. Ad Andretti viene contestata la richiesta di ingresso già nel 2025, un anno prima della rivoluzione tecnica del 2026. Un’eventualità che obbligherebbe gli statunitensi a preparare una monoposto per poi stravolgerla completamente nel giro di 12 mesi. Aspettarsi grande competitività da un piano del genere è esercizio assai difficile.
Leggi anche: F1 | I due (scomodi) record che Lando Norris può battere nel 2024
Il comunicato, difatti, si chiude con uno spiraglio per il futuro: “La richiesta di iscrizione di una squadra al campionato 2028 con un propulsore GM, sia come team ufficiale che come team di clienti, sarebbe valutata in modo diverso“. Un invito ad aspettare il completamento dei lavori sul propulsore Cadillac, oltre che un tentativo di tenere a bada un’eventuale reazione negativa del costruttore americano.
Se la decisione non scaturisse interamente dalla volotà di opporsi alla FIA – che invece aveva approvato Andretti – per la nuova scuderia si presenterebbero ora diverse opportunità. Il caso potrebbe finire in tribunale, certo, oppure la Federazione potrebbe decidere comunque di far schierare le monoposto Andretti. Più probabilmente, la candidatura potrebbe essere posticipata di qualche anno.
Se poi Haas dovesse decidere di darci un taglio, potrebbe non esserci bisogno di aggiungere due box alla griglia.
Foto Copertina: GPBlog
Seguici in Live Streaming su kick.com/f1ingenerale