Formula 1

F1 | Caldo e disidratazione: come il Qatar ha avuto un forte impatto fisiologico sui piloti

Il GP del Qatar è stata una delle gare più difficili per i piloti a livello fisiologico.

Ormai lo sappiamo: il GP del Qatar è stata una delle gare più stressanti per i piloti non solo a causa del caldo. Le alte temperature hanno letteralmente stremato tutta la griglia, con la metà di essa che si è sentita male. Oltretutto c’è stato il discusso “caso” dei track limits che ha visto cancellare una miriade di tempi.

C’è chi come Logan Sargeant ha candidamente ammesso di non farcela e si è ritirato. Oppure Esteban Ocon, che ha vomitato nel suo casco senza dire nulla; oppure Lance Stroll che per un attimo ha rischiato lo svenimento al volante.

Credits: Getty Images/Ben Stansall

I personal trainer hanno definito, senza mezzi termini, le condizioni dei piloti in Qatar “incredibilmente pericolose”.

Sulla questione è intervenuto anche il dottor Chris Tyler, fisiologo ambientale del settore Scienze della vita e della salute presso l’Università di Roehampton a Londra. La sua esperienza decennale gli ha permesso di lavorare a stretto contatto con gli atleti professionisti, come il team McLaren. Il suo lavoro si basa sulla risposta umana ad ambienti estremamente ostili come il troppo caldo o il troppo freddo.

Il dottor Tyler ha spiegato che, vedendo la gara, ciò che è saltato subito all’occhio, è la sofferenza dei piloti, udibile anche tramite comunicazioni via radio: Non era solo che erano un po’ incerti mentre guidavano, ma facevano davvero fatica a vedere, stavano perdendo conoscenza. Avevano la nausea e il vomito, e non bisogna avere chissà quale esperienza per sapere che non è normale. Soprattutto se guidi a 200 miglia all’ora.”

Il dottor Tyler ha parlato in particolare dell’importanza di essere idratati prima della gara. La disidratazione comincia a fare effetto non appena la temperatura del corpo si alza e subentra la sudorazione. Tutto dipende da quanto i piloti bevono durante la gara (c’è anche chi non lo fa).

“Se bevessero a sorsi durante la gara, potrebbero mantenere l’idratazione per circa il 50% del tempo. Se sudassero due litri all’ora, e bevessero un litro per circa un’ora, riuscirebbero a mantenere più o meno l’idratazione”, ha proseguito l’esperto.

Il problema subentra quando il corpo comincia a percepire l’essenza di liquidi. Ecco perché è importante che i piloti riescano a bere una certa quantità di liquidi e non tutti insieme.

Abbiamo visto alcuni piloti, come Charles Leclerc, tentare di resistere alla forza G. Perché avviene questo e cosa sta succedendo nel suo corpo? Tyler ha fornito una risposta anche a questa domanda: “Man mano che i livelli di idratazione peggiorano, le prestazioni fisiche diminuiranno.” Ciò ha un forte impatto anche sulle facoltà mentali. Ecco spiegato anche perché Stroll, a un certo punto, è svenuto per un brevissimo istante mentre guidava.

Ocon ha vomitato dopo 30 minuti dall’inizio della gara. Il dottor Tyler ha specificato come il pilota fosse stato sottoposto a un mix di cose che hanno indotto il suo organismo a reagire in quel modo: calore, umidità, forza G e concentrazione richiesta per rispettare i limiti della pista.

In conclusione, l’esperto ha giudicato le condizioni del Qatar “borderline” e “la tempesta perfetta” perché i piloti si sono spinti decisamente al limite delle loro capacità. Ma poteva finire molto peggio.

Crediti immagine di copertina: Motorsport.com.

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