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F1 | Campioni tra le polemiche: le criticità McLaren verso il 2025

McLaren torna al titolo in F1, conquistando il mondiale tra polemiche e tensioni interne: quali criticità andranno risolte verso il 2025?

McLaren, campioni tra le polemiche: i punti deboli e le criticità in F1 verso il 2025. Il team di Woking sorpassa Red Bull e resiste alla rimonta Ferrari, conquistando un titolo che mancava dal 1998. Un traguardo che passa dalla brillantezza della guida tecnica – capitanata da uno straordinario Andrea Stella – ma anche dalle imperfezioni di una stagione non sempre cristallina.

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McLaren, in F1 ci vuole coesione: cosa serve nel 2025 – PH: McLaren F1

Ancora una volta, il voto dei campioni è un 10 pieno. Per McLaren come per Max Verstappen, è impossibile pensare altrimenti. Un mondiale che rappresenta, in più, una vera e propria sorpresa: chi avrebbe scommesso su Woking, dopo le prime disastrose gare dell’anno? La MCL38 era ancora in fase embrionale, certo, ma il dominio della RB20 pareva impossibile da scalfire.

In pochi mesi è cambiato tutto e i due Papaya, Lando Norris e Oscar Piastri, si sono trovati tra le mani il bolide più bilanciato e versatile della griglia. Quattro vittorie per l’inglese, due per l’australiano, che bastano per tenere testa alle ambizioni del Cavallino Rampante. Eppure la vittoria di Woking nasconde delle criticità che potrebbero complicare le sorti della prossima stagione.

Forza tecnica, forza mentale: cosa manca alla McLaren

Ciò che è stato praticamente ineccepibile per tutto l’anno è lo sforzo tecnico della scuderia. Ogni aggiornamento portato in pista ha avvicinato la MCL38 allo status di “vettura da battere“, in un processo lento ma costante. Laddove gli avversari hanno affrettato gli sviluppi, talvolta sbagliando, Andrea Stella ha sempre sottolineato la volontà di prendersi il proprio tempo ed evitare sbavature.

Strategia vincente, al netto delle polemiche su ali flessibili e mini-DRS. La Formula 1, d’altronde, è anche questo: una sfida tecnica che accarezza – e talvolta oltrepassa – i limiti del regolamento. Dove McLaren vacilla, tuttavia, è nella componente più umana della monoposto: i due piloti seduti alla guida del mostro Papaya. Ragazzi preziosissimi, ma con chiari punti deboli e una potenziale rivalità distruttiva.

Lando Norris e Oscar Piastri hanno esperito momenti di assoluta brillantezza: il capolavoro olandese del primo, per fare un banale esempio, o la straordinaria gestione azera del secondo. Vincere sei gare complessive non è da poco e il futuro di entrambi appare radioso. Alcune fattori, tuttavia, non vanno messi sotto al tappeto: nel 2025 bisogna cambiare.

Norris e Piastri, i pilastri della McLaren che verrà

Sulla forza mentale di Lando Norris si è discusso fin troppo. Il britannico è ormai noto per quelle piccole sbavature che caratterizzano i momenti di elevatissima pressione. Le partenze imperfette, i giri lanciati sprecati, i duelli persi contro lo spietato Max Verstappen. Nel 2025 sarà imprescindibile imparare dai propri errori e convincersi, una volta per tutte, di essere davvero un piccolo campione.

Oscar Piastri, dal canto suo, è una sorta di mistero. Pilota abilissimo, fuori da ogni dubbio, eppure talvolta evanescente. È il suo secondo anno nel Circus e ha già vinto delle gare, criticarlo sarebbe scorretto. Eppure, in una lotta aperta contro altri piloti con mezzi dalle prestazioni simili, non si può alternare gare da 10 e Lode a gare da insufficienza piena.

Soprattutto, entrambi i Papaya dovranno fare i conti con loro stessi: tanto il Costruttori quanto il Piloti non si vincono da soli. Bisogna giocare di squadra, accettare di fare un passo indietro, se necessario. Il “regalo” qatariota è un primo step importante verso una nuova, proficua collaborazione. Da campioni in carica, il mirino dei rivali – e dei media – sarà puntato dritto su di loro.

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Foto Copertina: McLaren F1