Se Silverstone ha restituito una trafila di piloti con una gerarchia più o meno delineata, ha rinforzato anche l’immaginario stereotipato di un Vettel molto incline all’errore. Vettel F1
“Nino non avere paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un calciatore” è il verso icona del; cantautorato calcistico che racchiude in sé il terrore del tiro dagli undici metri. Seppur la frase faccia riferimento ad un momento capitale; dell’universo calcio, essa evoca un significato che valica principi applicabili fuori del rettangolo verde: errare è umano, soprattutto nei momenti di massima tensione. La natura dell’errore diventa il tracciato per giungere alla definizione di uno sportivo, il termometro per; misurare chi è dentro e chi è fuori, in due parole, il differenziale tra vincente e perdente. Il “Nino” è lo sportivo dal carattere umano, che sente il dito puntato contro al primo passo falso, le responsabilità ingigantirsi per un errore banale. Se Silverstone ha restituito una trafila di piloti; con una gerarchia più o meno delineata, ha rinforzato anche l’immaginario di un Vettel che allo stereotipo del Nino sportivo si avvicina molto. Vettel F1
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Sebastian annata 2019 non appare minimamente imparentato con quello 2010/2013, l’età sembra averlo avariato, come se la sua; composizione sportiva fosse diventata acerba e la sua freddezza agonistica . Ad ogni manifesta escalation di tensione da gara in cui Seb deve tirare il suo rigore, che sia un sorpasso azzardato o un corpo a corpo in cui mostrare attributi e co., il suo ego agonistico svilisce e si sfibra. Risultato? Ogni duello su pista si tramuta nel suo spinning marchio di fabbrica o in contatti dolorosi.
A partire dallo scorso campionato Seb ha commesso errori legati alla tensione sportiva in Francia, toccando Bottas alla prima curva, in; Germania, finendo banalmente fuori pista e in Italia, toccandosi con Hamilton all’esterno della Roggia, proseguendo quest’anno in Bahrein, andando in testacoda, in Canada, uscendo fuori pista sotto pressione e a Silverstone, in cui più che un cambio di traiettoria, il suo è sembrato;un determinato tentativo di far fuori il retrotreno Red Bull.
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Per Sebastian la parola pressione ha cominciato a significare altro: non una dama alleata, ma una strega cacciatrice pronta a mettergli i; bastoni fra le ruote trasformando quello che era il suo asso nella manica, in una affilatissima zappa sui piedi.;Traslando De Gregori, se è vero; che “non è mica da questi particolari che si giudica un pilota”, è altrettanto vero che la somma di dettagli corrisponde ad un’istantanea del pilota teutonico in queste ultime due stagioni e l’immagine che appare di questo Seb ferrarista è di un personaggio malmenato; psicologicamente che ha sviluppato le sue paure nel confronto con chi è davanti (in classifica) e dietro (in gara).; Nella sua affannosa; ; missione di uscire dalla buca che si è scavato sotto i piedi, come se non bastasse, quest’anno a frammentare la sua autostima ci ha pensato (in modo involontario), Charles Leclerc che al momento si trova a soli 3 punti di distacco in classifica. Vettel F1
Chiaro è che media e pubblico puntando il fucile del giudizio, non aiutano sicuramente a trasmettere tranquillità, anche se un pilota Ferrari dovrebbe essere conscio del binomio Cavallino/aspettative.; Ci si augura che Seb riesca a scavallare questo difficile momento e ha ritrovare lo smalto che lo ha consacrato per ben 4 volte campione del mondo. Nell’attesa, si spera che torni a segnare il suo calcio di rigore…
F1 | Vettel ritiene imparagonabile la stagione attuale al 2014