F1 | Come gestire le temperature di una monoposto? Ecco i dispositivi – TECH

Le monoposto di Formula 1 sono la massima espressione di velocità e di conseguenza anche alte temperature da gestire. Ecco come fanno le squadre a garantire il corretto funzionamento delle vetture.

Il mondo delle corse va sempre più veloce e rende le competizioni più avvincenti. Tuttavia, questi due fattori rendono il compito degli ingegneri più complesso che mai. Con le vetture che corrono sempre al massimo, la power unit è sempre sotto stress e di conseguenza raggiunge temperature elevate. Ciò però porta a delle difficoltà di raffreddamento e a delle eventuali rotture. Vediamo insieme come fanno le squadre a gestire le alte temperature delle monoposto.

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Quali sono le componenti da raffreddare in una monoposto?

Partiamo sicuramente dal motore termico che per sua natura raggiunge temperature decisamente elevate. Segue anche il gruppo turbo compressore, specialmente la turbina che opera con i gas di scarico molto caldi. Questa componente è raffreddata costantemente per garantire il corretto funzionamento della turbina. Tra le altre componenti da raffreddare troviamo l‘elettronica di sistema, posizionata al di sotto del pilota in una posizione sicura. Tuttavia, alcuni team hanno scelto di posizionarla leggermente avanti, nella posizione del bib(ingresso Venturi) per garantire il maggior afflusso possibile d’aria. Per ultimo, ma non per importanza è il raffreddamento di tutta la trasmissione e l’idraulica. Qui il liquido principale da raffreddare è l’olio, che a seconda della sua densità cambia la sua risposta alla temperatura. Per il cambio sono presenti dei piccoli radiatori posti all’interno della presa dinamica che portano aria fresca allo scambiatore.


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Ancora più critico il raffreddamento dell’idraulica, visto che permette il corretto funzionamento della monoposto (cambio, idroguida e altri sistemi). Per poter mantenere operative tutte le componenti, le squadre posizionano i pacchi radianti i tre posizioni. La prima, la più nota è all’interno delle pance, mentre gli altri sono installati sopra il motore. Qeusti ultimi sono alimentati dalla presa dinamica posta sopra il pilota. Ovviamente per garantire il corretto scambio termico, questi radiatori hanno bisogno di un costante ricambio d’aria, sia in ingresso che in uscita. Per quest’ultimo sono presenti degli sfoghi sulla carrozzeria, le famose branchie, che variano nell’apertura in base alla necessità di raffreddamento. Oltre a queste aperture, le squadre possono espellere l’aria calda dalla parte terminale del cofano, cambiando le dimensioni finali del cofano. 

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Si possono contare oltre 10 radiatori all’interno di una monoposto – Crediti: F1ingenerale.com

Queste aperture, tuttavia, sono nocive per l’aerodinamica, infatti, le squadre tendono a tenerle più chiuse possibile. Questo perché i flussi d’aria calda hanno un’elevata energia e tendono a disturbare i flussi che corrono radenti alla carrozzeria. L’ultimo scambiatore di calore è l’intercooler, un dispositivo aria-acqua che permette il raffreddamento dell’aria che entra in camera di combustione dopo esser passata per il compressore. Un passaggio obbligato visto che, quando l’aria viene compressa si scalda e per ottenere le migliori prestazioni è necessario abbassarne la temperatura. Questo dispositivo è posizionato all’interno della V del motore per ridurre al minimo il percorso del fluido.

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