Come mai dopo Singapore Ferrari non riesce più ad essere competitiva con Mercedes? In questo articolo cercheremo di spiegare il come mai di questa caduta libera post Singapore. Crisi Ferrari
Analizzando la difficile situazione Ferrari in queste ultime gare non si può non citare il nuovo sensore installato dalla FIA nel motopropulsore del Cavallino.
Anche se ufficialmente è stata negata quest’ipotesi, nessuno a Maranello si azzarderebbe a dichiarare che il nuovo sensore abbia determinato una riduzione di potenza, è possibile che la Ferrari abbia perso un minimo del vantaggio in termini di cavalli guadagnato durante la stagione.
Altra possibile, e più probabile, causa della riduzione di potenza è legata all’usura dei componenti della power unit. Con soli 3 motori nella stagione 2018, Ferrari e Mercedes stanno cercando di evitare (o comunque ridurre) l’utilizzo di mappature ad alto impegno per le power unit.
Teoricamente questo svantaggio dovrebbe essere comunque minimo, cioè limitato cioè al reparto motoristico.
Lo stesso Maurizio Arrivabene nella conferenza stampa del GP del Giappone ha dichiarato infatti che alla SF71-H manca principalmente del carico aerodinamico.
Com’è possibile perdere carico aerodinamico da una gara all’altra?
A causa della minore potenza, la Ferrari è costretta a “stravolgere” il setup della vettura, scaricandolo,;per garantire una velocità di punta elevata equiparabile a quella di inizio stagione. Questo cambio di setup ovviamente si ripercuote sulla guidabilità della vettura, in particolar modo nelle curve.
Gli sviluppi
Altro fattore che probabilmente ha inciso ancor di più nel crescente gap tra Ferrari e Mercedes sono gli ultimi aggiornamenti portati sulle due monoposto in lotta per il mondiale.
Il mondiale 2018 sarà ricordato tra i più equilibrati, fino a metà di stagione è stato infatti impossibile identificare una monoposto nettamente migliore. Questo livellamento di prestazioni ha fatto emergere il lato umano della Formula 1, con un Vettel che in Germania e soprattutto a Monza ha sentito peso di tutte speranze dei ferraristi sulle proprie spalle.
Dopo la gara di Monza si è visto però un cambiamento di passo da parte dei due team.
La Mercedes, che negli ultimi anni ha sempre sofferto a Singapore, è riuscita a sfruttare un aggiornamento che si è rivelato fondamentale nella risoluzione dei problemi di surriscaldamento, e conseguente degrado, delle gomme posteriori.
Questa soluzione, introdotta e studiata dal GP del Belgio, presenta dei denti nel cerchione che ha consentito di dissipare al meglio il calore degli pneumatici e, allo stesso tempo, facilitare l’estrazione dell’aria calda durante la rotazione della gomma.
La Ferrari, nonostante gli aggiornamenti portati a Sochi, non è riuscita a rispondere al team di Stoccarda. La SF71-H ha riscontrato problemi di ingresso in curva con relativi problemi di stabilità al posteriore.
Analizzando gli stessi team radio degli ultimi appuntamenti si è riscontrata un’enorme difficoltà di piloti e ingegneri nel trovare un corretto assetto della vettura anche nelle prove del venerdì, cosa che non accadeva fino alla gara di Monza.
In conclusione, la crisi Ferrari non è ovviamente imputabile ad un solo fattore. Sicuramente l’usura delle componenti, così come per Mercedes, sta limitando la potenza delle Power Unit. Tuttavia sono probabilmente gli aggiornamenti la chiave di questo finale di stagione, con una Mercedes che, anche con Bottas, è costantemente davanti alle due Ferrari.
F1 | GP Giappone – Vettel: “Verstappen spinge quando non dovrebbe!”