Ferrari a Suzuka per dimostrare i passi avanti nella gestione del degrado gomme: le sfide del GP del Giappone
Come lo scorso anno, Ferrari approccia al GP del Giappone da fresca vincitrice della tappa precedente. Se nel 2023 Sainz aveva trionfato a Singapore, quest’anno lo spagnolo di è aggiudicato il terzo round del mondiale in Australia.
La gara di Suzuka di 12 mesi fa, tuttavia, ristabilì presto le gerarchie emerse lungo la stagione, con Leclerc quarto a oltre 40 secondi da Verstappen. Esattamente quello che Ferrari vuole evitare domenica.

Ma la SF-24 è una monoposto decisamente migliorata nel passo gara rispetto alla Rossa 2023, merito soprattutto di una sinora ottima gestione gomma.
“Nella fase di sviluppo della vettura abbiamo lavorato soprattutto per mettere a disposizione dei piloti una piattaforma consistente“, ha spiegato Callum Frith, Tyre Performance engineer della Rossa.
“Quest’anno la vettura è più prevedibile e per Charles e Carlos è dunque più facile non stressare eccessivamente le gomme al variare delle condizioni di gara“.
“Ad esempio quando si trovano nel traffico, o quando cambia il vento, o semplicemente quando nel corso degli stint le gomme degradano e diminuisce l’aderenza“.
Tra i segreti della migliorata gestione gomme anche un piano elaborato assieme ai piloti che viene aggiornato a seconda delle fasi di gara.
“Per quanto riguarda la gestione in pista, insieme ai piloti abbiamo elaborato un piano che individua i momenti dove è necessario prestare maggiore attenzione alle gomme per ottenere il miglior tempo possibile, tenendo naturalmente presente la strategia e le caratteristiche specifiche di ogni circuito“.
“È uno strumento che utilizziamo real-time durante la gara per dare eventualmente feedback ai piloti via radio“.
Suzuka banco di prova per il degrado gomma:
Il tracciato giapponese è tra più impegnativi del calendario in termini di degrado. Non a caso Pirelli ha confermato l’utilizzo della gamma più dura degli pneumatici “che vengono utilizzata solo nelle piste più impegnative e a Suzuka ci sono i livelli di energia nelle gomme tra i più alti dell’intera stagione”.
La forma del circuito comporta inoltre uno stress uniforme su tutte e quattro le gomme. Circostanza, quest’ultima, non ancora affrontata nelle precedenti tappe del mondiale.
Lo stesso Frith, ha poi posto l’accento sulle condizioni meteo estremamente variabili.
“Il meteo è imprevedibile e sul setup che giocano un ruolo importante. A questo aggiungiamo un asfalto molto abrasivo ed è facile aspettarsi una gara da alto degrado e con più soste”.
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