Ferrari vince a Monza, ma la SF-24 non ha ancora finito di stupire: tra bouncing e belle speranze, vincere ancora in F1 è possibile.
Dopo Monza (e dopo il bouncing), la Ferrari SF-24 può vincere ancora in F1. La prestazione mostrata nel Tempio della Velocità è del tutto incoraggiante, pur soppesata all’atipicità del tracciato lombardo. Il capolavoro di Charles Leclerc e degli ingegneri di Maranello, con la singola sosta che ha sorpreso i rivali della McLaren, non è soltanto frutto del caso: Ferrari, adesso, è di nuovo nel gruppo dei leader.
Per tutto il weekend ci siamo ripetuti la stessa storia: se anche Ferrari fosse andata bene qui, a Monza, sarebbe stato soltanto frutto delle peculiarità del circuito. Con bassissimo carico aerodinamico, il bouncing sarebbe dovuto essere pressocché assente, e senza saltellamenti la SF-24 avrebbe potuto sfruttare al meglio le proprie caratteristiche.
La domenica ha confermato queste ipotesi, regalando a Charles Leclerc il suo secondo successo davanti al pubblico italiano, dopo il 2019. La SF-24 è stata veloce, efficiente, dolce sulle gomme: caratteristiche che non possono passare inosservate. Anzi, Monza ha messo in chiaro un fatto importante: se il nuovo fondo si confermasse anche nelle prossime gare, la Ferrari sarebbe lì con McLaren.
Uno sguardo al passato per pensare al futuro
Monza è un circuito atipico, certo, ma è anche un circuito che, statisticamente, premia la bontà ingegneristica delle monoposto. Un tracciato in cui non si vince “per caso”, ma che richiede tanta efficienza aerodinamica in rettilineo quanta capacità di restare incollati all’asfalto nelle curve veloci. Negli anni passati, il Gran Premio d’Italia è stato spesso vinto dai futuri campioni del mondo.
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È stato così nel 2022 e nel 2023, quando a festeggiare è stato Max Verstappen su Red Bull. Nelle due edizioni della nuova era delle wing car, la monoposto migliore sulla griglia è quella che poi è risultata vincitrice nell’Autodromo.
Ma le stagioni precedenti raccontano la stessa storia: nel 2021 avrebbe vinto uno fra Verstappen ed Hamilton, non fosse stato per quell’incidente ormai cult. Nel 2020, senza penalità, avrebbe ancora vinto l’inglese su Mercedes. Proprio Brackley ha collezionato cinque successi consecutivi, dal 2014 al 2018. In effetti, l’unica vera vittoria “atipica”, se vogliamo, è quella Ferrari del 2019.
SF-24 contro il bouncing
Le prossime gare, così come le due classifiche iridate ancora in gioco, passano dal bouncing. Frédéric Vasseur aveva anticipato che sarebbe stato quello il focus di Maranello, con il chiaro obiettivo di debellarlo entro la fine della pausa estiva. Il nuovo fondo, introdotto a Monza, vira in quella direzione, ma gli aggiornamenti sulla SF-24 non sono ancora terminati.
Un altro pacchetto dovrebbe arrivare tra Singapore ed Austin e in fabbrica c’è fiducia. La monoposto lo aveva dimostrato già nella prima parte di stagione: il concetto alla base è buono, il problema è stato il disastroso aggiornamento introdotto in Spagna. Ma nulla è incorreggibile, in un’epoca in cui le monoposto sono così sensibili ai ritocchi ingegneristici che basta davvero poco per stravolgerne le prestazioni.
Baku e Singapore saranno tracciati tanto atipici quanto Monza, dove la Ferrari potrebbe sfoggiare tutto il suo repertorio tecnico senza paura di incappare in saltellamenti. Certo, la macchina da battere resta la McLaren, che anche a Monza avrebbe potuto fare decisamente meglio. Ma la SF-24 è lì: basta un guizzo personale o un errore altrui e l’inno italiano risuonerà ancora nel Mondiale.
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Foto Copertina: F1inGenerale
